22 dicembre 2016 – Trentino, Corriere del Trentino
Il grido di Trento: «Siamo tutti berlinesi» Solidarietà, cento persone in piazza Pasi
TRENTO La bandiera tedesca, le fiaccole accese e il grido «Siamo tutti berlinesi». Un centinaio di persone, ieri, ha si è ritrovato in piazza Pasi a Trento per dire «no» a ogni forma di terrorismo. Un presidio voluto dai sindacati Cgil, Cisl e Uil del Trentino, con Arci e Anpi come segno di solidarietà rispetto all’attentato che ha colpito la capitale tedesca in una delle sue piazze più care, la Breitscheidplatz, nel quartiere di Charlottemburg. Una piazza simbolo, in cui accanto ai tradizionali mercatini natalizi, svetta la chiesa del Ricordo che porta ancora palesemente su di sé i segni della Seconda Guerra Mondiale, e dove tre giorni fa hanno perso la vita dodici persone schiacciate dal tir dell’orrore. «Di fronte a questa ennesima barbarie, ancora più forte, dobbiamo dire “no”: dobbiamo rifuggire tutti coloro che vogliono farci rivivere guerre, paure e violenze. Soprattutto — ha commentato Franco Ianeselli, Cgil del Trentino — dobbiamo combattere il rischio dell’abitudine: non dobbiamo anestetizzarci di fronte alle stragi, ma adoperarci tutti per una società più unita, più coesa e davvero volta al futuro». La questione è prima di tutto culturale. «Dobbiamo combattere una battaglia non violenta ispirata dai valori degli illuministi, per una società in cui convivano democrazia, libertà e uguaglianza», ha dichiarato Sandro Schmid, presidente dell’Anpi. È necessario «tornare a essere umani — ha continuato — perché l’attentato di Berlino è stato un attacco a tutta l’umanità che non possiamo tollerare». Presenza importante, in una piazza in cui si è notata l’assenza dei politici, quella dell’imam Aboulkheir Breigheche che ha ribadito l’assoluta estraneità della religione islamica rispetto al terrorismo: «L’Islam — ha sottolineato con forza — è portatore di valori sani, questi attacchi vogliono metterci gli uni contro gli altri ma non dobbiamo permetterlo. Ricordiamoci che proprio noi musulmani siamo le prime vittime dell’Isis».
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