Corriere del Trentino – 26 giugno 2024
Hydro Dolomiti, cordata privata compra il 40% per 400 milioni
DE ora potrà esercitare il diritto di prelazione
Tre membri del cda tra gli acquirenti
Incertezza sulle concessioni idroelettriche
Trento Acqua cara un miliardo di euro. O almeno, questo è quanto è stata valutata Hydro Dolomiti Energia (Hde) per l’accordo di vendita del 40% delle sue quote, nonostante l’incertezza sulle concessioni idroelettriche.
Ieri è stato raggiunto l’accordo tra la Macquarie Asset Management e un consorzio formato da Equitix e Tages insieme ad alcuni investitori locali come Finanziaria Trentina e Fondazione Caritro (Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto) per acquistare il 40% delle quote, valutate 400 milioni di euro, della società che gestisce 29 impianti in Trentino, con una capacità di 1,3 GW. Su queste quote però c’è il diritto di prelazione da parte del Gruppo Dolomiti Energia.
Ma andiamo con ordine.
Hde fino a ieri era gestita al 60% da Dolomiti Energia, azienda a sua volta controllata per il 63,84% da enti pubblici (il maggior azionista è il Comune di Trento) e dal 40% da un fondo europeo della banca d’investimenti australiana Macquarie. Quest’ultimi avevano comprato le loro quote da Enel nel 2016 per circa 335 milioni di euro. In nove anni il loro investimento, senza contare i dividenti, è valso 65 milioni di euro (un aumento del 19,40%).
La vendita di tutte le quote era stata decisa dalla banca australiana alla fine del 2022 ed erano stati incaricati dell’operazione Rothschild e Equita. «Sotto la nostra guida, insieme al Gruppo Dolomiti Energia, Hde ha continuato a fornire energia elettrica in maniera sicura e affidabile — ha commentato Stéphane Brimont, managing director di Macquarie —. Auguriamo all’azienda ogni successo nell’intraprendere questo nuovo capitolo».
Il nuovo capitolo vedrà in campo un consorzio che prevede già tre soci che troviamo anche nel Gruppo Dolomiti Energia: Finanziaria Trentina, Fondazione Caritro e Equitix che rispettivamente detengono il 6,98%, il 5,40% e il 5% delle quote nell’assemblea dei soci. Per la Finanziaria Trentina si tratta di un ritorno. La società nel 2021, sempre assistita da Equita, aveva venduto il 5% delle proprie quote gestite dentro il Gruppo DE a Equitix. Adesso, i tre maggiori azionisti privati di Dolomiti Energia vogliono entrare, insieme a Tages Capital, nella produzione dell’energia idroelettrica, ma l’operazione prevede il diritto di prelazione esercitabile da Dolomiti Energia. I dettagli della vendita non sono ancora noti perché tra le parti in causa è stato siglato un accordo di riservatezza. Quello che salta agli occhi però è il possibile conflitto interno a Dolomiti Energia in caso di acquisizione del 40% delle quote di Hde: il 17,38% delle azioni totali appartiene a gruppi coinvolti direttamente nell’affare con Macquarie. In quel caso potrebbero crearsi una conflittualità fra gli interessi di Dolomiti Energia e quelli dei gruppi privati.
Un altro tema sul tavolo, che bisognerà capire nei prossimi giorni, è se il Gruppo dell’energia trentina avrà interesse o no ad acquisire delle quote, dal valore di 400 milioni di euro, per avere il controllo totale su una società della quale detiene già la maggioranza. Tutta la questione finanziaria ruota attorno a un settore: quello dell’energia idroelettrica. Ambito che in Trentino, secondo l’ultimo bilancio di Hde, vale 809 milioni di euro di patrimonio netto. Ma è anche un settore fortemente incerto: 17 concessioni idroelettriche provinciali sono scadute e sono state prorogate di diritto fino al 31 dicembre 2024. La Provincia di Trento, nel novembre del 2022 aveva spostato la scadenza al 2029, ma la decisione era stata impugnata dal Consiglio dei ministri il 2 febbraio del 2023 in quanto, secondo il ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie Roberto Calderoli, era «un atto dovuto nel rispetto delle norme europee».
Adesso sul fronte dell’idroelettrico domina l’incertezza e non si sa quale sarà il futuro delle concessioni. Nel caso di «sconfitta» da parte della Provincia autonoma, l’investimento del consorzio privato, o eventualmente di Dolomiti Energia, potrebbe rivelarsi un problema in quanto bisognerebbe fare delle nuove gare per concedere le concessioni.
Ma secondo il segretario generale della Uil, Walter Alotti, l’investimento dei privati potrebbe essere una previsione di come andranno le trattative Trento-Roma: «Se questa cordata si mette in testa di comprare il 40% forse hanno delle informazioni. Non credo che si investano tutti questi milioni con il rischio che scadano le concessioni entro il prossimo anno».
Scarica il pdf: CORRIERE Hydro 260624
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