Il T – 27 dicembre 2022

«Hydro Dolomiti Energia divenga pubblica»

 

La Uil del Trentino, per bocca del segretario generale Walter Alotti, esprime «grande preoccupazione» per la annunciata cessione da parte del Fondo Macquarie del suo 40% di quote di Hydro Dolomiti Energia (Hde), la società principale, a maggioranza pubblica, del sistema energetico idroelettrico trentino (Il T del 24 dicembre). «Certo – afferma Alotti – la situazione attuale societaria, con un cda raffazzonato, un management in scadenza, soci pubblici che chiedono anticipi di riserve finanziarie passate e magari dividendi futuri, contenziosi con l’Antitrust, un mercato dei prezzi energetici ancora in subbuglio e altalenante, l’incerta scadenza delle concessioni e un importante presenza di soci privati, non aiutano la giunta Fugatti a scegliere la strada giusta per riposizionare e rafforzare la nostra più importante multiutility».
«Quella che è certa è la necessità di un indirizzo strategico sociale diverso dal mero perseguimento di dividendi per gli azionisti privati e pure pubblici – i bilanci dei Comuni non possono dipendere dai dividendi fatti sulla pelle di imprese e famiglie trentine – magari guardando al modello pubblico totale sudtirolese di Alperia o, proposta che la Uil avanza da tempo, aprendo all’azionariato popolare trentino, puntando ad una vera public company. Molto minore sarebbe a quel punto il costo di acquisto di solo una quota di Macquarie».
«Questa nuova Hde – prosegue Alotti – dovrebbe mirare alla costruzione di un sistema energetico più forte e diversificato, capace di smarcare una comunità autonoma come la nostra dalla dipendenza dalle energie fossili e dai fornitori esterni delle nostre imprese e famiglie. Già oggi in provincia di Trento si produce più energia di quella che si consuma, e da fonti pulite: l’oro bianco. È paradossale che la si svenda, cosa accaduta nella recente crisi energetica, ai concorrenti esterni per poi ricomprarla a caro prezzo».
«Siamo convinti si renderebbe un vantaggio competitivo forte alle nostre imprese e famiglie grazie all’energia idroelettrica prodotta in casa a basso prezzo e investendo anche nelle energie alternative. Il rinnovamento consentirebbe un ridimensionamento dell’indebitamento, una strategia del debito esclusivamente orientata agli investimenti migliorativi, un riposizionamento territoriale e delle alleanze con le altre multiservizi e un ripensamento della politica di azione e governo di una delle aziende bandiera del nostro territorio. Evitando che, come Mediocredito nel settore del credito, esca anch’essa sostanzialmente dal nostro ambito locale, divorata in un sol boccone da altri investitori internazionali o concorrenti nazionali».

Scarica il pdf: IL T HDE ART 271222