14 marzo 2020 – Trentino
I cantieri edili si fermano: aperti solo quelli urgenti
Lavoro. Accordo tra Ance e sindacati: stop da lunedì fino al 25 marzo Confindustria: «Non demonizzare chi resta aperto: molti sono essenziali»
TRENTO. Basta. Stop. Anche i cantieri edili del Trentino hanno scelto di fermarsi di fronte all’emergenza sanitaria. Una decisione inevitabile (già assunta in Alto Adige) e fatta propria di comune accordo dall’Ance (l’associazione più rappresentativa delle imprese edili), dalla Cooperazione, ma anche dai sindacati e da tutti gli ordini professionali (dagli architetti agli ingegneri) che ruotano attorno al vasto mondo dell’edilizia trentina.
«L’attuale situazione di emergenza epidemiologica da Covid-19 -spiega una nota congiunta -impone di considerare assolutamente prioritaria la tutela della salute di tutte le persone coinvolte nell’esecuzione di lavorazioni nel campo dell’edilizia, a partire dagli operai, tecnici di cantiere, professionisti, impiegati, titolari d’azienda e di tutti i collaboratori, nonché delle loro famiglie». Ecco perché aziende, Ordini professionali e sindacati «ritengono che sia raccomandabile la sospensione delle lavorazioni, a partire da lunedì 16 marzo e fino al 25 marzo, in tutti quei cantieri in cui non sono presenti motivi di somma urgenza o che non possono essere sospesi senza che ciò comporti situazioni di pericolo o di grave danno. Le parti firmatarie continua la nota sono impegnate a confrontarsi con le Istituzioni pubbliche affinché le ricadute economiche negative, in capo alle aziende ed ai lavoratori, derivanti dall’interruzione delle attività lavorative, siano alleviate dall’attivazione di ammortizzatori sociali e/o di altri provvedimenti che il periodo emergenziale impone».
Quanto alle aziende degli altri settori produttivi, ieri è voluto intervenire anche il presidente di Confindustria Fausto Manzana. Dopo aver preso atto della scelta di alcune imprese di abbassare le serrande in modo autonomo, il presidente degli industriali ha spiegato che altre aziende non possono interrompere l’attività, o perché le loro aziende sono inserite in catene di fornitura di beni e servizi essenziali (come le alimentari, ma anche le metalmeccaniche che producono parti di attrezzature per il settore sanitario), o perché hanno ordini urgenti da consegnare dai quali può dipendere il futuro dell’azienda stessa, o perché è tecnicamente impossibile. In ogni caso, tutti stanno facendo il massimo per garantire ai propri lavoratori adeguate misure di sicurezza che la straordinarietà del momento impone. Anche questo, ritengo, è senso di responsabilità».
Concetti ribaditi anche dal direttore generale di Confindustria, Roberto Busato: «Attendiamo a breve le nuove indicazioni del governo in tema di ammortizzatori sociali. E ai sindacati dico: inutile avere atteggiamenti di demonizzazione delle imprese. Se ci sono situazioni da risolvere o migliorare discutiamone insieme: a tutti noi interessa il benessere dei lavoratori».
Scarica il pdf: edili ART 140320 1
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