l’Adige – 17 giugno 2022
I medici: pagateci in libera professione. Provocazione dei sindacati: «Dipendenti disponibili a coprire i turni nei presidi in difficoltà, ma alle tariffe indicate nei bandi»
Mancano medici nei Pronto Soccorso e a Trentino Emergenza e l’Azienda ha indetto un bando per libero professionisti offrendo 80 euro all’ora per Trento e Rovereto, e 96 euro all’ora per i pronto soccorso in periferia. Se le risposte non dovessero l’arrivare l’Azienda ha già prospettato l’ipotesi di ingaggiare delle cooperative di medici.
La proposta dei sindacati è invece di far coprire quei turni a personale in servizio, pagandolo però come i libero professionisti. Una soluzione provocatoria alla quale ora l’Azienda dovrà però rispondere.
«I medici dipendenti degli ospedali della provincia di Trento, specializzati o con almeno 5 anni di esperienza in Medicina d’Urgenza o 118, si rendono disponibili a rimanere in Pronto soccorso oltre il loro orario di lavoro per coprire alcuni turni nei presìdi in difficoltà a causa della carenza di personale», si legge in una nota firmata delle sigle della dirigenza medica.
«Tali turni straordinari andrebbero retribuiti con un compenso orario pari a quello proposto nei bandi di libera professione pubblicati nelle ultime settimane dalle Aziende ospedaliere, finanziato con bilancio aziendale e non con fondi contrattuali». La proposta è stata presentata al direttore generale dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari dalle sigle sindacali che rappresentano i dirigenti medici (Aaroi-Emac, Anaao-Assomed, Anpo, Cisl Medici, Federazione Cimo-Fessmed, Fp Cgil Sanità, Federazione Fassid-Fvm e Uil FP Sanità), richiedendo l’attivazione urgente di un tavolo di confronto per raggiungere un accordo.
«Questa proposta – scrivono i sindacati nel documento inviato all’Apss – ha l’obiettivo di evitare di ricorrere a medici gettonisti, cooperative esterne o analoghe soluzioni al ribasso». Ipotesi che a loro dire non garantirebbero laqualità d ella diagnosi, cura e riabilitazione dei pazienti. Le sigle sindacali si dicono contrarie anche alla possibilità di chiedere ai medici di discipline equipollenti di coprire i turni in Pronto soccorso, poiché tale eventualità – in mancanza di una formazione adeguata – esporrebbe i professionisti ad un elevato rischio professionale e, di conseguenza, i pazienti ad un rischio clinico non trascurabile.
La proposta dei sindacati, al contrario, darebbe un «segnale tangibile di volontà di trattenere i propri specialisti, professionisti che ogni giorno prestano servizio in azienda e, pertanto, già integrati nelle dinamiche interne e facilitati nei rapporti interprofessionali con il personale sanitario». Una soluzione volta ad affrontare l’emergenza, ma non a risolvere stabilmente il problema: «Sul versante più a medio-lungo termine – proseguono i sindacati si propone, relativamente al servizio di emergenza-urgenza, l’assunzione di medici di medicina interna, con la clausola del loro impiego nel primo periodo in reparti di medicina d’urgenza, finché non sarà possibile reclutare specialisti in medicina d’emergenza-urgenza».
«Gli ospedali della provincia di Trento stanno attraversando un momento di estrema difficoltà, che mette a rischio la tenuta stessa del sistema sanitario – dichiara Sonia Brugnara, presidente Cimo-Fesmed Trento, autrice della proposta poi condivisa dall’intersindacale -. Occorre agire subito per rendere la provincia nuovamente attrattiva per i professionisti e frenare la fuga dei dipendenti. Crediamo che questa soluzione temporanea rappresenti un primo passo nella direzione corretta».
«Il mancato interesse a tale proposta – concludono i sindacati nel documento – significherebbe una evidente volontà di non addivenire ad una concreta soluzione, con le possibili e conseguenti iniziative che come organizzazioni sindacali riterremo necessario adottare a tutela dei nostri colleghi». Certamente per chi lavora in reparti di prima linea da tempo, che ha acquisito esperienza e fatto sacrifici per mantenere alto il livello dell’assistenza non ha gradito vedere pubblicato bandi per colleghi che arrivano a guadagnare anche più di mille euro a turno. Due pesi e due misure che inevitabilmente creano malumori e che possono anche portare a fratture in reparti dove la collaborazione è uno dei pilastri fondamentali.
Scarica il pdf: ADIGE ART sanita 170622
No Comments