27 agosto 2020 – Trentino
I sindacati alla Provincia: «Basta tenere i soldi in parcheggio»
L’allarme «Situazione gravissima tirate fuori i soldi inviati da Roma»
TRENTO. «Con una perdita di posti di lavoro che sfiora il 28% nei primi sei mesi dell’anno non si può essere solo preoccupati, è indispensabile agire con tempestività mettendo in atto tutte le misure che da una parte tutelino la massima sicurezza sui luoghi di lavoro scongiurando nuovi blocchi totali, dall’altra sostengano un rilancio duraturo di economia e occupazione». C’è allarme nei sindacati per gli ultimi dati resi noti dall’osservatorio di Agenzia del Lavoro sull’andamento delle assunzioni in Trentino. A giugno la perdita di occupazione è continuata, seppur a ritmi più lenti rispetto ai mesi precedenti. «Non c’è stata purtroppo quella ripresa di assunzioni in cui abbiamo sperato – ammettono i tre segretari generali di Cgil Cisl Uil del Trentino, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti – segno che la crisi è lunga». I sindacati chiedono quindi subito un piano di rilancio dell’economia e a fronte del calo delle assunzioni, che “fotografa una crisi drammatica” sostengono che “è necessario agire con tempestività mettendo in gioco i 270 milioni stanziati dal Governo e parcheggiati nel bilancio della Provincia».
In questo quadro per le organizzazioni sindacali che ieri sul tema hanno diffuso una nota è indispensabile agire sulla prevenzione sanitaria legata al rischio Covid, con un piano di azioni e strumenti che rafforzi le misure di contrasto alla diffusione del contagio da mettere in atto subito sui luoghi di lavoro: «Senza il miglioramento delle misure di contenimento e gestione del contagio si corre un rischio serio di nuove chiusure totali. Se così fosse le conseguenze sulla nostra economia sarebbero devastanti», insistono i tre segretari.
A preoccupare si legge nella nota di Cgil, Cisl e Uil – non è solo il calo delle assunzioni nel terziario (-33,3 per cento), il settore maggiormente colpito dagli effetti negativi dell’emergenza sanitaria, ma anche il dato dell’industria: qui in sei mesi si perde più del 22 per cento dei nuovi posti di lavoro. «È un altro dato che ci fa guardare con preoccupazione al futuro perché dimostra che le difficoltà e l’incertezza riguardano non solo il nostro territorio, ma anche la dimensione internazionale e dunque le prospettive di venirne fuori si spostano ancora in avanti. A fronte di questa situazione non è più rinviabile un confronto con le parti sociali per definire un piano di rilancio serio e condiviso per l’economia trentina. Piano che per i sindacati deve partire da tre priorità, la tutela delle fasce più deboli dei lavoratori con misure adeguate di sostegno al reddito e con l’impulso alla contrattazione collettiva di tutti i settori, le politiche attive del lavoro con il rafforzamento dei centri per l’impiego e un piano di formazione continua straordinaria per sostenere la riqualificazione professionale e il reinserimento lavorativo dei disoccupati e, infine, le politiche di industriali e di investimento per sostenere lo sviluppo e l’innovazione del tessuto economico locale, migliorandone la produttività e la competitività e favorendo così la capacità di creare occupazione qualificata. Un primo segnale concreto in questa direzione concludono le parti sociali sarebbe quella di aprire la discussione sull’impiego dei 270 milioni di euro aggiuntivi concessi dal Governo che la giunta provinciale ancora tiene parcheggiati»
Scarica il pdf: fondi ART 270820
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