Trentino – 05 febbraio 2023
I sindacati: «Basta parole, ora pagate l’Assegno Trentino»
TRENTO. Basta con le elargizioni «spot»: per dare un aiuto vero ai lavoratori, occorre rivedere e dare dignità all’Assegno Trentino.
Lo dicono i tre segretari sindacali della Funzione Pubblica in una presa di posizione indirizzata alla giunta provinciale..
«Cominciamo a ridare dignità all’indennità assegno Trentino per dare una risposta alle lavoratrici e ai lavoratori del pubblico impiego» dicono Luigi Diaspro (Fp Cgil), Giuseppe Pallanch (Cisl Fp) e Marcella Tomasi (Uil Fpl).
«Si tratta di una specificità del territorio che si basa sulle prerogative dell’Autonomia e che può essere una leva strategica per rafforzare il potere d’acquisto. Se la politica ha trovato il tempo e le risorse per alzare i propri stipendi, purtroppo questa indennità è ferma ormai da 20 anni e non si sfruttano le prerogative dell’Autonomia».
I sindacati sono preoccupati per i ritardi nella liquidazione degli arretrati contrattuali 2019/21 e per una trattativa dell’accordo 2022/24 che stenta a decollare.
Intanto, ricordano, «sulla base dei dati della Cgia di Mestre il Trentino Alto Adige si colloca in terza posizione nella classifica che prende in esame gli impatti del caro energia. A questo si aggiunge un’inflazione molto alta».
I risultati li vediamo tutti: «Il potere d’acquisto -aggiungono Diaspro, Pallanch e Tomasi -viene costantemente eroso e il pubblico impiego non è più attrattivo. Spesso i bandi in generale in tutti e per un posto di lavoro negli enti locali finiscono deserti. Non c’è più un rapporto equilibrato tra carico di responsabilità e stipendi. Per rendere il settore pubblico attrattivo, mantenere gli standard e incentivare la conciliazione casa-lavoro, diventa urgente la corretta applicazione degli accordi con riferimento al lavoro agile. Questi ritardi sono inaccettabili e non si possono più giustificare: basta scusa e basta risposte parziali».
Le parti sociali ricordano il protocollo di dicembre dell’anno scorso con i finanziamenti inseriti a bilancio. Dov’è finito? «Poi da settembre i termini sono stati spostati a gennaio e adesso non vi è chiarezza e non vi è certezza sui tempi di liquidazione».
Da qui la proposta di lavorare per evitare risposte di pancia e agire sulla contrattazione primaria, così come di aggiornare l’indennità dell’assegno Trentino.
«Le trattative contrattuali -evidenziano Diaspro, Pallanch e Tomasi -sono complesse, perché si tratta di dover trattare in maniera puntuale e precisa la parte economica e quella finanziaria, senza dimenticare la necessità di prendere in considerazione anche quanto disposto dal governo a livello nazionale per apportare i necessari correttivi che sia aderenti alla realtà del nostro territorio. Questo strumento è diretto e può essere gestito in maniera rapida per valorizzare le competenze e sostenere ancora di più le famiglie in difficoltà per il caro energia e per l’inflazione».
Un intervento non risolutivo ma in grado di calmierare gli effetti del costo della vita. «Si tiene conto dei maggiori costi sostenuti dalle lavoratrici e dai lavoratori: si deve aprire questa contrattazione. Risorse fresche che possono rappresentare una boccata d’ossigeno importante per le famiglie mentre si avviano le trattative dei contratti sul pubblico impiego. Ma intanto si paghino in fretta gli emolumenti e gli stipendi arretrati che sono in vergognoso ritardo e sono già stati decisi», concludono.
Scarica il pdf: TRENTINO pubblici ART 050223
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