14 maggio 2020 – Trentino, Corriere del Trentino
I sindacati della scuola in rivolta: «La Provincia investa sul futuro»
I lavoratori. Tutte le sigle che rappresentano i lavoratori del settore si sono unite per lanciare un grido d’allarme e per chiedere al più presto un protocollo per la ripresa che garantisca la sicurezza e l’aumento del personale
TRENTO. «Ci vogliono risorse per aumentare gli organici e protocolli per garantire la sicurezza di tutti: personale e ragazzi. E finora non si è visto niente». I sindacati, sia quelli confederali che gli autonomi, attaccano a testa bassa per chiedere che la Provincia convochi un tavolo di lavoro per il futuro della scuola e investa sulla ripresa. Tutte le sigle della scuola si sono unite ieri per lanciare una sorta di grido di dolore da un settore che si sente dimenticato, al di là dei progetti e dei proclami, visto che ancora l’attività didattica in presenza, l’unica che viene considerata come valida sotto tutti gli aspetti, riprenda al più presto.
Cinzia Mazzacca della Cgil scuola sottolinea che ancora c’è molto da fare: «Ancora non ci sono protocolli che permettano di tornare a lavorare in sicurezza. Anche per l’esame di Maturità sono necessarie regole chiare che permettano di svolgere la prova in presenza in tutta tranquillità. La questione fondamentale è quella degli organici, lavorando a piccoli gruppi sarà necessario avere più insegnanti, più educatori e più personale non docente». Stefania Galli della Cisl aggiunge: «Fino ad oggi è stato tutto un rinvio. Il tempo ormai è scaduto, ma non è stato deciso niente di sicuro. Non solo per la Maturità, ma anche per gli esami di terza media siamo ancora alle ipotesi e manca un mese. E poi da Roma aggiungono confusione. Prevedere concorsi estivi per insegnanti è del tutto fuori logica. La ministra, poi, in queste ultime ore ha anche detto che intende riaprire le graduatorie di istituto. Cosa che adesso crea solo confusione. E poi ci sono molte cose da fare. Per i bambini tra gli 0 e i 6 anni non c’è ancora una strategia precisa e i bambini e i ragazzi con bisogni educativi speciali non hanno ricevuto alcun supporto in molti casi».
Pietro Difiore della Uil Scuola: «Il virus ha messo a dura prova soprattutto la sanità e la scuola, ma purtroppo non ha scalfito la burocrazia. Per fare un esempio basta dire che per dare a uno studente un tablet sono necessari 19 passaggi burocratici. Si farebbe molto prima a regalarglielo. E in questo quadro finora ci sono state solo ipotesi e nessun fatto. Ad esempio, noi pensiamo che sarebbero necessari presidi sanitari con infermieri e medici nelle scuole, come è stato in passato, ma nessuno lo prevede. Poi, abbiamo parlato per tanto tempo di classi pollaio e di ridurre i gruppi. Però per farlo ci vogliono più docenti e più personale. Bisogna investire sulla scuola e sulla sanità. Però, per ora non ci danno nessuna risposta. Vediamo solo proclami».
Paolo Cappelli del sindacato Gilda sottolinea l’aspetto della sicurezza: «Ci vogliono linee guida specifiche per garantire la sicurezza che può diventare un grosso problema. Chiediamo che venga subito preparato un protocollo chiaro».
Ennio Montefusco del sindacato Satos, che rappresenta soprattutto personale Ata ed educatori, invita a guardare al futuro prossimo, molto prossimo: «Servirà sanificare gli edifici anche prima degli esami di maturità che iniziano il 17 giugno. Dovranno essere allestite entrate e uscite separate e ci dovranno essere controlli tempestivi della temperatura. Tutte queste cose chi le fa? Sono state previste? Tutti interrogativi che restano sospesi».
Mauro Pericolo del sindacato Delsa insiste sulle inefficienze a tutti i livelli e chiede che gli esami di Maturità vengano fatti a distanza: «I ritardi ci restituiscono un quadro difficile. L’inefficienza a livello nazionale è grande e il Trentino dovrebbe esercitare l’autonomia e fare la differenza in questo campo. Per quanto riguarda gli esami di Stato non mi sembra il caso di farli svolgere in presenza».
Marcella Tomasi della Uil rappresenta il personale della scuola per l’infanzia: «Ancora non c’è chiarezza su molte cose. L’unico spiraglio è sulle risorse per il personale, ma non ci dicono quanti soldi stanzieranno e poi non ci dicono come riprendere e quando. Si è parlato di giugno o luglio, ma mancano i protocolli. E il punto più importante sono le risorse. Devono investire e anche molti soldi».
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