03 giugno 2022 – Corriere del Trentino

I sindacati: mancato rinnovo dei contratti a prezzo fisso, un effetto frana pericoloso

«Il mancato rinnovo dei contratti di fornitura elettrica a prezzo fisso da parte di Dolomiti Energia rischia di scaricarsi come una frana sui conti di migliaia di famiglie in Trentino».
Lo afferma una nota unitaria dei segretari trentini dei tre sindacati confederali: Andrea Grosselli per Cgil, Michele Bezzi per Cisl e Walter Alotti per Uil.
La richiesta è di evitare un calo del potere d’acquisto delle famiglie che possa precipitare l’economia in recessione. «Riteniamo che in questo difficile contesto caratterizzato da alta inflazione e da un progressivo rallentamento delle dinamiche economiche e produttive che passa sotto il nome minaccioso di stagflazione, serva che tutti gli attori facciano la propria parte per ridurre l’impatto del carovita sul potere d’acquisto di migliaia di famiglie. La riduzione dei consumi conseguente potrebbe infatti innescare una pericolosa spirale negativa per l’economia trentina. Questo rischio dobbiamo scongiurarlo in ogni modo» si legge nella nota. «Anche Dolomiti Energia può quindi venire in soccorso di chi non può permettersi il raddoppio delle bollette dell’energia elettrica. Crediamo che potrebbero essere reinvestite le risorse devolute ogni anno ai soci sotto forma di dividendi proprio per garantire riduzioni di tariffe alle famiglie, in primo luogo a quelle che, per esempio, non possono accedere ai bonus statali. Per gli enti pubblici che contano spesso proprio su questi dividendi per finanziare la propria spesa pubblica e i propri investimenti va ricordato che potrebbero essere disponibili nuove risorse al bilancio pubblico provinciale. Una parte consistente della tassazione straordinaria sugli extraprofitti delle imprese della produzione e alla distribuzione dell’energia, resterà infatti in Trentino – scrivono i sindacati – grazie ad un emendamento della Svp approvato nella legge di conversione del decreto legge 21 che il Governo Draghi ha approvato a marzo per contrastare gli effetti dell’emergenza ucraina».La nota si conclude affermano che «queste risorse potrebbero essere investite, da un lato, per ristorare i comuni qualora Dolomiti Energia decidesse di non riconoscere dividendi per tenere basse le proprie tariffe, e dall’altro, per aumentare la dotazione dei bonus provinciali a sostegno delle famiglie che debbono far fronte al carovita che in Trentino ha raggiunto il livello record del 6,9% di inflazione annua». Infine da parte delle tre organizzazioni dei lavoratori un attacco all’amministrazione provinciale: «Se infatti la promessa della Provincia era quella di sostenere almeno 70mila famiglie, oggi va detto con schiettezza che le misure adottate a maggio della Giunta Fugatti sono del tutto insoddisfacenti e inefficaci perché non coprono nemmeno un terzo di quelle famiglie».

 

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