28 aprile 2020 – Trentino
I sindacati: «Progettone, a rischio 200 posti di lavoro»
L’allarme. Flai, Fai e Uila: «Prospettive nere da parte della Provincia»
TRENTO. Potrebbero essere almeno duecento i lavoratori e le lavoratrici del Progettone stagionale che quest’estate non verranno chiamati a lavorare. Già in stagioni normali -si legge in una nota sindacale -si riesce a fare fronte solamente a circa 400 delle 1000 richieste, oggi si rischia di fermarsi a 200. A lanciare l’allarme sono Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil che nel corso di una recente videoconferenza con le strutture preposte della Provincia hanno appreso l’amara prospettiva. «Ad oggi, stando a quanto ci è stato prospettato, la situazione è molto preoccupante – dicono i tre segretari generali Maurizio Zabbeni, Fulvio Bastiani e Fulvio Giaimo-. Il ricorso a questa tipologia di lavoratori sarà dimezzata e non tutti potranno rioccuparsi nell’ambito dell’agricoltura tradizionale dove c’è un’oggettiva carenza di manodopera. Molti di loro sono persone con fragilità che non possono trovare spazio nel normale mercato del lavoro«.
Al Progettone stagionale accedono lavoratori e lavoratrici in disoccupazione con un età minima di 53 anni per gli uomini e 49 per le donne, e con redditi bassi certificati con l’Icef.
La platea, come ricordato, è composta anche da soggetti deboli che non possono essere collocati in attività produttive classiche, ma che rientrano in fasce protette da gestire all’interno dei lavori socialmente utili.
Da qui la richiesta dei sindacati di procedere quanto prima alle assunzioni stagionali, tutelando i soggetti più deboli. Il rischio è quellochesicreiungraveproblema sociale. Flai, Fai e Uila hanno chiesto un incontro con l’assessore Spinelli e la dirigente del Dipartimento Lavoro, Laura Pedron. «Tra gli stagionali vi è una platea di lavoratori a contribuzione agricola che sono privi di reddito da alcuni mesi, che riceveranno la disoccupazione agricola solo nel mese di luglio, e che, se non lavoreranno nel corso del 2020 un congruo numero di giornate non matureranno né i requisiti previdenziali né il diritto alla stessa disoccupazione per il 2021, producendo, quindi, una perdita di reddito insopportabile – insistono i segretari –. È evidente che questi soggetti finiranno comunque a carico del bilancio pubblico, ma con un costo importante in termini di tenuta sociale. Chiediamo alla Provincia -continuano i rappresentanti sindacali -di valutare con attenzione tutte le conseguenze delle scelte».
Flai Fai e Uila ricordano infine che la ripresa dell’attività anche per il Progettone come per i soggetti dell’Intervento 19 dovrà avvenire con la massima attenzione sul fronte della sicurezza.
Scarica il pdf: Progettone ART 280420
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