14 aprile 2020 – Trentino

I sindacati: «Scuola a doppio turno? Difficile senza nuove assunzioni»

Istruzione. Sulle ipotesi di lezioni con classi dimezzate a cui sta lavorando la Provincia arriva l’altolà di Cisl e Uil: «Un anno intero così al momento è impensabile, servono risorse aggiuntive». Pendenza (dirigenti): «Per il futuro va migliorata la dotazione informatica»

TRENTO. Dai sindacati degli insegnanti arriva -se non un stop -di sicuro un “attenti” alla proposta organizzativa di ripartenza a settembre a cui la Provincia sta lavorando e che il direttore generale del Dipartimento della Conoscenza Roberto Ceccato ha anticipato due giorni fa al Trentino: «Un mix di tecnologia e organizzazione, con classi dimezzate e turni settimanali in aula». Anzi «un doppio turno settimanale con metà classe che per una settimana va a scuola e l’altra metà che segue le lezioni a distanza e lavora su esercitazioni e compiti dati online».
Questa è la base di partenza su cui si sta ragionando per il futuro, nella consapevolezza che il rientro tra i banchi per quest’anno scolastico sarà molto difficile. Gli ostacoli non sono pochi e vanno riconosciuti, ma da qualche parte bisogna pur partire per dare un nuovo volto alla scuola ai tempi del coronavirus.
I sindacati
Ma è proprio sull’approccio che le visioni della Provincia e dei rappresentanti dei docenti divergono. «La via maestra -sottolinea Pietro Di Fiore della Uil -sarebbe quella di garantire a tutti gli studenti la possibilità di seguire in classe le lezioni. Se questo non è possibile con le attuali dotazioni di organico, certo non si può chiedere di lavorare il doppio ai docenti e quindi l’unica strada sarebbe quella di investire sulle risorse umane e trovare il modo di aumentare gli organici. Da questo punto di vista io penso alle classi primarie: immaginare di far seguire delle lezioni on line per tutto l’anno a bambini di 8-10 anni la vedo difficile. Questa fascia di età ha bisogno del contatto con il docente. Certo, non ci nascondiamo il fatto che assumere nuovi docenti
avrebbe un impatto economico notevole per la Provincia, ma noi siamo pronti al dialogo per trovare le soluzioni più sostenibili».
Proprio la Uil di Di Fiore, a inizio emergenza, aveva duramente attaccato la dirigente del Martino Martini Tiziana Rossi per aver organizzato (qualcuno dice “imposto”) le prime lezioni online, senza una precedente condivisione: «L’insegnamento tramite piattaforme web io lo considero ancora negativo» -spiega Di Fiore. «Trovo invece positivo l’uso delle tecnologie per tutte le altre operazioni a supporto della didattica. Devo dire, a tal proposito, che in questa circostanza i nostri docenti sono stati lasciati soli da Iprase e molti di loro si sono auto-formati e auto-organizzati. Credo sarebbe opportuno che anche in Trentino venisse concesso agli insegnanti quel bonus di 500 euro che già esiste a livello nazionale da spendere per la propria formazione tecnologica».
Parla di «totale assenza di confronto» con i sindacati Stefania Galli della Cisl: «Anche noi siamo preoccupati, anche noi vorremmo dire la nostra, ma finora nessuno ci ha chiesto alcunché. Una complicità tra le parti, in una situazione del genere, non sarebbe male, no?».
Fatta questa premessa di metodo, Stefania Galli scende più nel merito: «La riorganizzazione in doppi turni fatta a costo zero è praticamente impossibile. Senza un aumento di docenti come si fa? Vorrei dire molto chiaramente -conclude Galli -che un conto è organizzarsi per un’emergenza che durerà due o tre mesi, ma pensare di impostare un intero anno scolastico sulle attuali basi, anche informati -che, è impensabile».
I dirigenti
Il rappresentante dei dirigenti Paolo Pendenza fatica a immaginare oggi il modello organizzativo per settembre: «Ora cerchiamo di far concludere al meglio quest’anno scolastico, che mi creda è una sfida tutt’altro che facile da affrontare». Uno sguardo a settembre, però, Pendenza lo rivolge: «Servirebbe una formazione più approfondita agli insegnanti sulla didattica on-line, ma anche una dotazione informatica più completa».
Ieri al Trentino ha scritto anche Laura Scalfi, dirigente del Cfp Veronesi di Rovereto: «Il problema -dice -non è quando rientrare a scuola, ma come. Il doppio turno? Dirigo una scuola professionale ed un liceo internazionale. Li vedo i miei studenti a lavorare con macchine utensili o collaudare un impianto elettrico o fare un’esercitazione in laboratorio di fisica e di scienze da casa. Mi permetto poi di dire che è stato stanziato 1 milione di euro per acquisto di pc che ancora non sono arrivati, una cifra che copre un fabbisogno di circa 1.700 studenti, per una popolazione scolastica dalla prima elementare alla V superiore di 80 mila studenti circa. Il 2% contro un bisogno certificato dall’Istat in tempi normali dell’8,5% e con lo smartworking del 25%. Siamo in confusione totale. La scuola è importante e merita rispetto e una strategia di rientro serio».

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