26 gennaio 2021 – l’Adige

Iccrea e Ccb in un gruppo unico

TRENTO -Una unica holding tra Iccrea e Cassa centrale per riportare il credito cooperativo oggi diviso in due grandi gruppi sotto un unico cappello (con le Raiffeisen autonome). A rilanciare un’idea che per ora è solo un’ipotesi di lavoro e nulla più è Mauro Pastore, direttore generale di Iccrea banca dalle colonne di Repubblica. In una intervista a Affari e Finanza Pastore manda un messaggio a Giorgio Fracalossi e a Mario Sartori, rispettivamente presidente e ad di Cassa centrale banca (nella foto).
«Due gruppi di banche di credito cooperativo,invece che uno soltanto, generano dei costi più elevati che vanno correlati ai benefici di rimanere separati, poiché i costi strutturali sono in parte duplicati. Peraltro la nuova situazione che si è creata con la pandemia può accentuare l’esigenza di sinergie» uno dei passaggi dell’intervista di Pastore. Che per chiarire meglio sottolinea di «essere sempre stato dell’opinione di creare un’unica holding. Non vi sono ragioni strutturali perché esistano due gruppi». E aggiunge che «in due anni lo scenario è fortemente cambiato e in peggio. Ho tanta stima per il lavoro che sta facendo Cassa centrale» chiarendo che duplicare le funzioni e i costi non ha senso. E che la semplificazione del mondo del credito cooperativo porterebbe a economie di scala «apprezzabili». L’ipotesi di un gruppo unico, per ora, non sembra interessare Cassa centrale, che preferisce non commentare.
Preoccupato invece si dice il sindacato con la Uil provinciale che lancia un’allerta su Mediocredito. Per il segretario provinciale Walter Alotti, «l’invito non può essere rifiutato con la solita retorica autonomista in quanto potrebbe essere stato ispirato dal soggetto che sovrintende il settore bancario nazionale, la Banca d’Italia, magari a sua volta ispirata dalla Bce che è già recentemente intervenuta con le sue direttive ad “imporre” le aggregazioni bancarie». Come Uil, «fin dai tempi della riforma del credito cooperativo, avevamo messo in guardia sulla scelta trentina di fondare a Trento un gruppo di credito cooperativo nazionale. Ai proclami dei politici provinciali dell’epoca (Rossi), che tifarono per la scelta del duo Fracalossi-Sartori, allora e ancora oggi (per quanto?) alla guida dell’espansione nazionale di Cassa Centrale Banca, avevamo già palesato che la scelta avrebbe potuto essere solo il primo step di una futura confluenza nel ben più grande e “vicino alle istituzioni romane” Gruppo Iccrea». Purtroppo, aggiunge Alotti, «siamo preoccupati che una eventuale fusione di Trento con Roma (dubitiamo possa accadere viceversa) possa spostare fuori dal Trentino i lavoratori (anche se i neoassunti sono per lo più extra trentini), il know how bancario (ormai sparito dal Trentino da anni), le conseguenti tasse pagate da Ccb alla nostra autonomia, ma, cosa che ci preoccupa fortemente, possa essere intaccato anche il processo di “stabilizzazione sul territorio trentino” della sede e della “testa” di Mediocredito, la nostra ultima banca trentina rimasta. Per essa auspichiamo una scelta politica forte da parte della Provincia e di qualche coraggioso imprenditore trentino, a cui seguirebbero di sicuro anche tanti cittadini trentini, magari contribuendo all’”intrapresa” attraverso un azionariato popolare».

Scarica il pdf: ADIGE Mediocredito ART 260121