03 giugno 2020 – Corriere del Trentino
Il 2 giugno. Inno d’Italia, niente discorsi e in prima fila tutti i sanitari
«La ricorrenza del 2 giugno coincide quest’anno con un momento particolarmente difficile per il Paese, che si avvia alla ripresa dopo la fase più drammatica dell’emergenza da Covid- 19». Le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, lette da un militare dal palco delle celebrazioni avvenute ieri in piazza Duomo, hanno colto il sentimento collettivo: «L’eccezionalità della situazione – continua il messaggio del Capo dello Stato – ha determinato difficoltà mai sperimentate nella storia della Repubblica, ponendo a tutti i livelli di governo una continua domanda di unità, responsabilità e coesione».
Erano presenti il sindaco di Trento Alessandro Andreatta, il presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti, il commissario del Governo Sandro Lombardi, ma nessun’altra autorità è intervenuta in aggiunta alla lettura del discorso di Sergio Mattarella: «La cerimonia di quest’anno si svolge con una formalità ridotta — ha spiegato il cerimoniere — al fine di garantire il rispetto delle norme di sicurezza e le direttive impartite per l’emergenza sanitaria». Senza i lunghi discorsi, sono stati i simbolo a prevalere: l’alzabandiera sulla Torre Civica, l’inno nazionale. Ma di simbolico, quest’anno, anche il picchetto schierato. Non più i reparti militari al completo, ma un rappresentante per Esercito, Carabinieri, Polizia di Stato, Penitenziaria e Locale, Guardia di Finanza, Corpo Forestale, Vigili del Fuoco volontari e permanenti, Croce rossa, Associazione nazionale degli Alpini e dei Partigiani. E oltre a loro, soliti a partecipare alle celebrazioni del 2 giugno, ieri erano schierati anche i rappresentanti degli Ordini dei Medici, dell’Ordine degli Infermieri e un rappresentante del Centro servizi Volontariato. Presenti, tra i pochi cittadini che si sono avvicinati al palco delle celebrazioni, anche i tre segretari dei sindacati Cgil, Cisl e Uil e il candidato sindaco del centrosinistra Franco Ianeselli. Tra le autorità, per la prima volta, anche l’arcivescovo Lauro Tisi.
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