Il turismo macina record, ma i lavoratori restano a secco. Sindacati: le imprese turistiche fanno il pieno di fatturato e utili, ma non rinnovano il contratto per i propri dipendenti
Ci sono tutti i presupposti perché anche quello 2023/2024 sia archiviato come un inverno da record sul piano turistico. Le imprese del settore, dagli impiantisti ad alberghi, ristoranti e a tutto l’indotto, avranno dunque molte ragioni di soddisfazione. Non altrettanto si può dire per le lavoratrici e i lavoratori che attendono il rinnovo del contratto nazionale del settore ormai da 6 anni. “Il comparto turistico in Trentino come nel resto d’Italia va bene e le imprese del settore hanno neutralizzato l’aumento dell’inflazione scaricandola su un aumento dei prezzi. In questa situazione è inaccettabile che non si proceda al rinnovo del contratto nazionale. Solo in provincia sono 30mila gli addetti del comparto che hanno le buste paga bloccate da sei anni – sottolineano i segretari provinciali di Filcams, Fisascat e Uiltucs, Paola Bassetti, Fabio Bertolissi e Stefano Pichetti -. L’immobilismo delle imprese è inaccettabile. Non ci sono più scuse per tenere il rinnovo bloccato”.
Anche perché gran parte delle lavoratrici e dei lavoratori hanno contratti stagionali. “Una condizione che incide ancora più pesantemente sui loro redditi”, fanno notare i tre sindacalisti. “A breve cominceremo a sentire le lamentele di albergatori e ristoratori che non trovano personale. Se non si investe sulla qualità del lavoro, cominciando dal migliorare le retribuzioni sarà sempre più difficile trovare personale motivato e formato”.
Filcams, Fisascat e Uiltucs ricordano inoltre che è la professionalità è indispensabile per stare sul mercato con una proposta di qualità. “Migliorare le condizioni di lavoro converrebbe anche alle imprese. Troppo spesso però ci si limita a ragionamenti di breve termine, salvo poi lamentarsi quando si incontrano difficoltà”.
I sindacati guardano con grande attenzione anche al quadro locale, dal momento che rispetto all’Alto Adige i lavoratori dell’accoglienza hanno paghe giornaliere inferiori almeno del 20%. “In Trentino ci sono voluti vent’anni per arrivare al primo contratto integrativo di settore. Un risultato che rivendichiamo con orgoglio, ma che per noi resta l’inizio di un percorso per migliorare condizioni e retribuzioni per chi opera nel turismo locale, ma anche per rendere il comparto più attrattivo per le lavoratrici e i lavoratori e più competitivo rispetto alla concorrenza degli altri territori”
Trento, 15 aprile 2024
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