02 luglio 2018 – Trentino

Immigrati, ecco quando l’integrazione in Europa è più facile

Claudia Brunori studia come l’educazione e le esperienze di partenza influenzano l’inserimento nei Paesi d’arrivo

Dopo aver vinto a maggio il premio assegnato da Cgil, Cisl e Uil del Trentino per le migliori tesi di laurea di ambito lavorativo, Claudia Brunori si trova ora in Olanda dove progetta di proseguire gli studi su temi come l’integrazione lavorativa degli immigrati in Europa. Claudia si è laureata in Sociology and social research con la tesi “La selettività degli immigrati e la loro integrazione socioeconomica: il caso italiano”, a conclusione del corso di laurea magistrale a Tilburg grazie al programma di Doppia Laurea.
Brunori, qual è l’obiettivo della sua tesi?
“Studiare il fenomeno della selettività degli immigrati residenti in Italia e come le caratteristiche socioeconomiche pre-migrazione degli individui influenzino l’integrazione degli immigrati di prima generazione nel mercato del lavoro italiano e l’integrazione dei loro figli nel sistema educativo italiano.”
Cosa si intende con “selettività degli immigrati”?
“Il concetto di selettività degli immigrati si riferisce alla posizione relativa degli individui nella distribuzione di determinate caratteristiche nel paese di origine. Gli immigrati non sono un campione rappresentativo del loro stato di origine, ma tendono ad essere relativamente omogenei per caratteristiche socioeconomiche (educazione, status socioeconomico), valori (tradizionalismo o progressismo), e/o area geografica di provenienza (campagna o città, regione). La selettività degli immigrati è comunemente indicata come una possibile determinante dell’integrazione socioeconomica degli immigrati nel paese di destinazione. Tuttavia, gli unici test empirici sono stati fatti in relazione all’integrazione dei figli di immigrati nel sistema educativo del paese di destinazione.”
Cosa determina l’integrazione lavorativa degli immigrati in Italia?
“Le loro competenze osservabili, cioè il loro livello assoluto di educazione e l’esperienza lavorativa prima di migrare, e in particolare il livello di sviluppo economico dello stato di origine. Lo stato socioeconomico pre-migrazione dei genitori ha lo stesso peso per il successo scolastico dei figli che la loro condizione socio economica in Italia.”
Quale la sua conclusione?
“La selettività degli immigrati, in Italia, non può compensare qualora questi manchino delle necessarie competenze osservabili. D’altra parte, lo stato sociale soggettivo degli immigrati è tanto rilevante quanto le loro correnti condizioni economiche nell’influenzare il successo dei figli nel sistema scolastico. Se da una parte ci aspettiamo che gli individui vedano peggiorare il proprio status socioeconomico come conseguenza della migrazione, dall’altra è possibile che le generazioni successive vedano migliorare il proprio stato socioeconomico.”
Quali sono i suoi progetti futuri?
“Appena laureata sono stata assunta come ricercatrice per lavorare al progetto European Values Study, un’indagine quantitativa su valori come religione, famiglia, lavoro, politica delle persone in Europa. Da luglio continuerò a lavorare allo stesso progetto ma a tempo ridotto, e ad agosto mi trasferirò a Groningen per lavorare come ricercatrice per il dipartimento di Geografia Economica dell’Universitá. Il mio obiettivo è scrivere un progetto per ottenere un finanziamento per un dottorato.”

Scarica il pdf: immigrati ART 020718