11 febbraio 2021 – Corriere del Trentino

Impianti da sci, firmata l’ordinanza. Nei rifugi stop al servizio al banco Stagionali, l’appello dei sindacati: «Usare i 13 milioni stanziati»

Ora è ufficiale : firmata dal presidente della Provincia Maurizio Fugatti l’ordinanza sulla riapertura degli impianti di risalita con le percentuali relative al tetto massimo giornaliero di sciatori per carosello a partire dal 17 febbraio. Confermato il limite del 30% della portata oraria complessiva degli impianti (funivie, cabinovie, seggiovie, cabinovie, skilift, tappeti mobili). Se ad esempio la portata oraria fosse pari a 12.000, il numero delle persone ammesse giornalmente diventa di 3.600 unità, mentre se fosse di 16.660 sarà di 4.998 persone ammesse e per una portata massima di 21.362 vedrà ammesse 6.408 persone. Percentuale che arriva fino al 50% per le stazioni sciistiche con massimo due impianti. Confermate le disposizioni sulla mascherina sugli impianti, il distanziamento e sul personale impiegati tra guardie forestali, vigili del fuoco e soccorso alpino per farle rispettare, l’aumento delle casse e prenotazioni online. Resta però l’incognita dei turisti.

«Abbiamo sottoscritto l’ordinanza sulla base del protocollo di sicurezza approvato dal Comitato tecnico scientifico che vale per le zone gialle — ha spiegato Fugatti — anche se non sappiamo ancora se ci sarà la possibilità di spostamento tra regioni in zona gialla, domani (oggi, ndr ) lo sapremo dall’incontro Stato Regioni». E l’assessore al turismo Roberto Failoni ha sottolineato, oltre al rispetto dei distanziamenti all’interno dei comprensori, anche le regole per i rifugi con il servizio bar e ristorazione gestito solo con posti a sedere ed un numero massimo di persone definito dal protocollo vigente sulla ristorazione: «È vietato assolutamente il servizio al banco» ha detto Failoni ricordando i distanziamenti e auspicando, con la bella stagione in arrivo «di utilizzare tutti gli spazi aperti».

Intanto, i sindacati puntano l’attenzione sui 13 milioni di euro stanziati dalla Provincia a maggio e non ancora arrivati ai lavoratori Il rischio dicono è che i lavoratori stagionali vengano spazzati via, con 13–15mila persone a rischio.

«La Provincia deve monitorare le domande — dicono i tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Grosselli, Bezzi e Alotti — e ogni eventuale avanzo dovrà restare vincolato al capitolo del sostegno alle famiglie. Le risorse destinate ai lavoratori non devono essere spostate su altre voci». Tra gli interventi della Provincia c’è quello sui sostegni ai redditi per chi è colpito dalla crisi, con l’Icef innalzato fino a 0,18 per stagionali e lavoratori colpiti dalla crisi. I sindacati: «Si sarebbe potuto fare uno sforzo ulteriore per semplificare la misura e garantire un sostegno anche per il ceto medio o medio-basso come avevamo proposto ad aprile». Esclusi i lavoratori stagionali che non hanno 10 anni di residenza in Italia «vincolo iniquo» che i sindacati chiedono di stralcia re.

 

Scarica il pdf: stagionali ART 110221 2