25 gennaio 2022 – Trentino, Corriere del Trentino

In aula fino a luglio, bocciato il ricorso. Ma la Uil non molla

TRENTO A giugno era arrivato il primo stop del Tar con un’ordinanza del presidente con la quale aveva respinto la domanda cautelare, poi a luglio il diniego alla richiesta di sospensiva e ora, dopo sei mesi, la sentenza ribadisce la linea dei giudici amministrativi sul braccio di ferro tra Provincia e Uil Fpl sul prolungamento del calendario scolastico della scuola dell’infanzia fino al 30 luglio. Ancora una volta il collegio si richiama al potere discrezionale di Piazza Dante in «una situazione straordinaria come quella determinata dell’emergenza epidemiologica da Covid-19», scrive.
«Nel bilanciamento dei contrapposti interessi, la legittima aspettativa degli insegnanti a godere delle ferie appare recessiva rispetto agli interessi delle famiglie perseguiti mediante l’estensione del calendario scolastico», si legge ancora nella sentenza con la quale il Tar di Trento ha bocciato il ricorso del sindacato. Ma la Uil non intende fare passi indietro ed è pronta ad andare in Consiglio di Stato. «Impugneremo», afferma Marcella Tomasi, segretaria della Uil Fpl. «Mi sembra che si voglia far diventare la scuola dell’infanzia un servizio conciliativo, come il vecchio asilo ante 1977 — afferma —, questo significa che tutte le innovazioni pedagogiche fatte in tutti questi anni non sono servite a nulla. Non mi dispiace che la questione venga affrontata a Roma, dove hanno uno sguardo nazionale». Poi aggiunge: «Non ci fermeremo, la battaglia continua». Tomasi pensa alla modifica dell’articolo 5 della legge provinciale sulle scuole dell’infanzia che l’assessore Mirko Bisesti a novembre ha inserito nella manovra finanziaria e prevede l’allungamento del calendario scolastico per tre anni. Decisione sulla quale la Uil si è sempre espressa in modo molto critico, mentre la linea di Cgil e Cisl era più morbida. «Stiamo valutando se impugnare anche a questa norma», continua Tomasi. Il sindacato si sta confrontando con i propri legali convinto del fatto che dietro alla decisione di Piazza Dante di mantenere aperte le scuole dell’infanzia a luglio ci siano più ragioni politiche che di effettiva necessità da parte delle famiglie, «considerata la bassa partecipazione della scorsa estate». Ma su questo punto i giudici in sentenza ricordano che «la modifica del calendario scolastico si fonda sugli esiti di un’indagine esplorativa proposta, a fine marzo 2021, dall’amministrazione provinciale alle famiglie», indagine finalizzata «a sondare l’interesse dei genitori». Quindi la Provincia avrebbe deciso per rispondere proprio ai loro bisogni.
Tornando alla sentenza il collegio, presieduto da Fulvio Rocco, ritiene «manifestamente infondata» anche la questione di legittimità costituzionale della legge provinciale, sollevata dagli avvocati del sindacato. In quanto, ad avviso del Tar, non c’è una «disparità di trattamento fra il personale (docente e non docente) impiegato nella scuola primaria e secondaria e il personale della scuola dell’infanzia». La Uil aveva evidenziato anche la violazione dei «principi di pari opportunità e non discriminazione in materia di occupazione e di condizioni di lavoro». Secondo il Tar, che parte dall’emergenza sanitaria, «il diverso trattamento tra le due categorie di personale si giustifica in ragione del fatto che le attività educative e pedagogiche delle scuole dell’infanzia, a differenza di quelle della scuola primaria e secondaria, non possono essere garantite mediante la didattica a distanza».

 

Scarica il pdf: materne ART 250122 3