Il T – 01 novembre 2023

In otto mesi 4.500 assunti in meno

Prosegue anche ad agosto il calo della domanda di lavoro delle imprese trentine. Le assunzioni nel mese sono 11.299, cioè 1.151 in meno di un anno fa con un calo del 9,2%. La diminuzione è forte nel settore agricolo (-926) e nel secondario, soprattutto manifatturiero (-259), mentre nel terziario si rileva un leggero incremento di manodopera (+34 unità). Sugli otto mesi dell’anno il dato risulta negativo: 105mila le assunzioni da gennaio ad agosto con una flessione del 4,1%, pari a 4.533 unità, rispetto ai primi otto mesi del 2022. Il calo è in tutti e tre i settori: di 524 unità per un -3,3% in agricoltura, di 1.233 e -8% nell’industria e di 2.776 per una variazione del -3,5% nel terziario. Il saldo occupazionale, cioè la differenza tra assunzioni e cessazioni dal lavoro, rimane però
positivo perché le cessazioni, ovvero dimissioni, licenziamenti, pensionamenti, scendono più delle assunzioni. È quanto emerge dalla nota aggiornata sul mercato del lavoro locale redatta da Agenzia del Lavoro.
Nei primi otto mesi del 2023 la riduzione delle assunzioni è più forte per le donne (-2.407) rispetto ai maschi (-2.126) e per cittadinanza colpisce in misura più accentuata la parte italiana (-4.632) di quella straniera (-171). Il calo delle chiamate al lavoro colpisce i giovani fino ai 29
anni (-2.754) e gli adulti dai 30 ai 54 (- 2.553), mentre in controtendenza è la dinamica per i lavoratori ultra 54enni (+774). In compenso si rafforza la stabilità lavorativa, con il tempo indeterminato che cresce di 92 assunzioni e le trasformazioni dei contratti a termine in contratti stabili che passano da 5.094 dei primi otto mesi del 2022 a 5.289 dei primi otto del 2023: quasi 200 in più per un +3,8%. Il contratto di apprendistato cala di 141 assunzioni, mentre sul fronte del lavoro a termine la flessione è pari a 688 assunzioni per il lavoro somministrato, a 558 per quelloachiamata,a3.238peril tempo determinato.
«La dinamica dell’occupazione riflette perfettamente il rallentamento dell’economia confermato dall’aumento delle ore di cassa integrazione – segnalano Maurizio Zabbeni, Lorenzo Pomini e Walter Largher che per Cgil Cisl Uil seguono il mercato del lavoro – Quando l’economia entra in una fase di stanca, le imprese ricorrono meno alla somministrazione e ai contratti a termine, che sono le tipologie contrattuali che riguardano prevalentemente i giovani». In questo quadro, secondo i sindacati, è importante rafforzare il tessuto produttivo e l’occupazione locale per renderla più resistente di fronte ai periodi di crisi. «Per noi la ricetta resta quella di innovare in chiave selettiva le politiche industriali per creare maggiore valore aggiunto e conquistare i nuovi mercati, investire su green economy e innovazione tecnologica – proseguono i sindacalisti – C’è inoltre un tema di qualità delle condizioni di lavoro e delle retribuzioni che in Trentino, come è stato recentemente certificato, sono sotto la media nazionale. Se non si inverte questa rotta rinnovando i contratti e puntando su settori ad alto valore aggiunto si rischia un periodo di declino. Lo abbiamo evidenziato nella piattaforma unitaria di Cgil Cisl Uil. Da lì vorremmo ripartisse il confronto con la nuova giunta e le parti datoriali».

 

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