L’Adige – Sabato 30 Novembre 2024

«In piazza per far sentire la nostra voce»

 

Lo sciopero | Al corteo di Cgil e Uil 2.500 persone. Le priorità: salari e sanità gratuita

 

«Sono qui perché vorrei un futuro migliore per le mie figlie. E perché penso che quello che stanno facendo non sia giusto». Non c’è solo rabbia, ma anche molta voglia di futuro nel corteo che ieri ha attraversato il centro di Trento.

Non c’è ideologia. Perché questa può essere una manifestazione di tutti. E infatti ieri Mattia Puecher e i compagni di Uiltec lo hanno spiegato: «Questa non è una protesta fine a se stessa. È per dire che vogliamo più sicurezza sul lavoro e finanziaria: al governo Meloni ma anche alle aziende per le quali lavoriamo. Non è contro qualcuno ma per qualcosa».

Ma loro sono una rarità, perché in piazza c’erano soprattutto lavoratori del pubblico impiego, che nel pubblico hanno fatto della solidarietà e del lavoro per gli altri una professione.

Un lavoro che rivendicano. Ma che per il governo Meloni, da oggi, costa. «Tagliano le spese, non tagliano i costi» hanno urlato.

A fare i conti con il blocco delle assunzioni sono soprattutto medici, infermieri, insegnanti. E nella provincia autonoma di Trento a farne le spese sono soprattutto le scuole di periferia e gli ospedali che si trovano in una situazione di precarietà drammatica.

Andrea Grosselli (Cgil): «Non è la manifestazione del no, abbiamo avanzato proposte».

Walter Alotti (Uil): «Non ti toccano le banche, ma si mettono le mani nelle tasche dei lavoratori».

 

Scarica il pdf: ADIGE ART sciopero 301124