10 febbraio 2022 – Trentino, Corriere del Trentino

In Trentino assunzioni meglio del 2019, ma (tanto) è lavoro precario

Le assunzioni fanno segnare uno 0,4% in più ma i contratti a tempo indeterminato calano quasi del 15 per cento. Cgil Cisl e Uil chiedono alla Provincia di intervenire

TRENTO. Il mercato del lavoro in Trentino è in netta ripresa. L’ultima conferma arriva dai dati dell’osservatorio di Agenzia del Lavoro: a novembre – sottolineano Cgil, Cisl e Uil – le assunzioni sono solidamente superiori ai livelli pre pandemia, con un incremento dello 10% rispetto allo stesso mese del 2019.
Una dinamica positiva che permette, finalmente, di affermare che nei primi undici mesi di quest’anno si è tornati ai livelli di assunzioni del 2019.
Tra gennaio e novembre, infatti, le assunzioni sono dello 0,4% superiori rispetto allo stesso periodo di due anni fa.
Positivo anche il saldo occupazionale che nei primi 11 mesi dell’anno segna 140.621 assunzioni a fronte di 130.069 cessazioni lavorative, con le prime che prevalgono sulle seconde per 10.552 unità.
Un dato influenzato anche dal fatto che le cessazioni si sono ridotte del 2,2%.
A mancare, però, è la stabilità lavorativa. Nel confronto con il 2019, infatti, il lavoro stabile cala del 14,9%, 2.496 rapporti in meno.
Si riducono sia i nuovi contratti a tempo indeterminato sia le trasformazioni da contratti a tempo. In riduzione anche l’apprendistato (- 11,7%).
Maurizio Zabbeni, Lorenzo Pomini e Gianni Tomasi sottolineano come “i nuovi rapporti di lavoro siano ancora prevalentemente instabili. Quindi si crea nuova occupazione, ma ancora di scarsa qualità. Gli imprenditori non si fidano della ripresa in atto e puntano a forme flessibili e meno costose. Una dinamica che si scarica sui lavoratori e le lavoratrici”.
La preoccupazione è che le imprese possano ulteriormente rafforzare questa cautela, per paura che la ripresa economia sia bruscamente raffreddata dai rincari dei costi energetici e dai costi delle materie prime, ma anche dai timori per gli effetti della transizione ecologica.
Da qui la richiesta alla Provincia per agire su un duplice fronte: da una parte favorire la creazione di occupazione stabile di qualità, anche usando la leva degli incentivi alle imprese; dall’altra accelerare sulle politiche industriali, sostenendo con determinazione il passaggio alla digitalizzazione e alla transizione ecologica.

 

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