In Trentino il problema del lavoro giovanile è la precarietà. Cgil Cisl Uil: va superato il modello di stage e tirocini e va favorita la costruzione di un sistema duale

“Sui dati regionali relativi al lavoro minorile incide in modo importante il sistema duale dell’Alto Adige, che alterna scuola a lavoro, e il maggior numero di ore di alternanza scuola lavoro previste in Trentino fino al 2023. Il tema vero è la qualità del lavoro che viene offerta ai giovani all’inizio dei loro percorsi professionali”. Lo dicono i segretari provinciali di Cgil Cisl Uil commentando il rapporto Unicef sul lavoro minorile in Italia che vede la nostra regione al primo posto nazionale con 7.407 ragazzini, su una popolazione di 34.150, che lavorano, pari al 21,7%, a fronte di una media nazionale del 4,5%. Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti spostano la questione sul piano della qualità, puntando il dito contro stage e tirocini. Un sistema – come il sindacato confederale ha ribadito più volte – che va superato. “Chi ha già una qualifica, cioè diplomati e laureati, va inserito sul mercato del lavoro attraverso forme contrattuali adeguate che riconoscono anche giuste retribuzioni e giusti diritti”.
Cgil Cisl Uil, invece, ribadiscono l’urgenza di guardare al modello altoatesino e tedesco, migliorando il sistema di alternanza scuola lavoro investendo sia sulla strutturazione di un vero sistema duale per le ragazze e i ragazzi degli istituti tecnici e della formazione professionale sia strutturando un sistema di tipo duale anche per l’università. “Le criticità dell’attuale modello non si risolvono semplicemente tagliando le ore di alternanza. Serve una vera e propria riforma”.
Occupazione precarie e di bassa qualità è anche spesso un’occupazione meno sicura. Cgil Cisl Uil ribadiscono l’importanza di rafforzare la prevenzione e la formazione, a partire dalle scuole, sulla sicurezza sul lavoro, ma allo stesso tempo sollecitano interventi che riducano la precarietà.

Trento, 12 giugno 2024