Incentivi alle imprese. Nella riforma il rispetto dei contratti e la selettività degli aiuti. Le modifiche richieste dai sindacati: le misure di sostegno devono incentivare innovazione e transizione ecologica
Il rispetto dei contratti firmati dalle organizzazioni sindacali e datoriali maggiormente rappresentativi e uno stop agli sgravi Irap a pioggia con l’introduzione di criteri selettivi per gli aiuti alle imprese. Questi, accanto al coinvolgimento dei lavoratori e dei loro rappresentati nelle procedure negoziali, sono punti che per i sindacati non possono mancare nella riforma degli incentivi alle imprese delineata dalla Giunta provinciale. Per questa ragione, dopo un breve e insufficiente confronto nei giorni scorsi, Cgil Cisl Uil hanno messo nero su bianco le loro integrazioni in un documento inviato alla II Commissione. “Ci aspettiamo che anche su questi aspetti che per noi sono dirimenti si apra un confronto serrato in Consiglio provinciale per migliorare la norma – dicono i segretari provinciali Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -. L’iter del disegno di legge ha concesso pochissimo spazio per il confronto con i sindacati e non è stato nemmeno frutto di un’analisi sull’impatto degli incentivi in questi anni, né sulle strategie per lo sviluppo del sistema economico locale. Crediamo al contrario che su temi che riguardano la definizione delle politiche industriali nella nostra provincia debba esserci un dibattito ampio anche con le istituzioni scientifiche e una franca assunzione di responsabilità di tutte le parti coinvolte”.
Nel merito le organizzazioni sindacali chiedono che tutte le imprese che ricevono sussidi pubblici applichino i contratti di lavoro maggiormente rappresentativi, tagliando fuori così i contratti pirata. “Una richiesta coerente anche con il protocollo d’intesa sottoscritto con le associazioni datoriali, che mette al centro il rispetto della qualità del lavoro e dei diritti dei lavoratori, ma anche mette un freno a forme di dumping contrattuale e concorrenza sleale”.
Altro questione centrale è la revisione delle agevolazioni Irap a pioggia, in particolare l’aliquota ridotta del 2,68%. “Una misura che non ha prodotto nessuna spinta in termini di propensione agli investimenti, ma che pesa per circa 50-60 milioni di euro alle casse pubbliche”. Risorse che per i sindacati dovrebbero essere spostate per incentivare la transizione ecologica del sistema economico provinciale coerentemente anche al recentissimo Green Deal Industriali Act europeo.
Infine il nodo critico del coinvolgimento dei rappresentanti delle lavoratrici e dei lavoratori. La Giunta Fugatti in un primo momento aveva previsto lo stralcio della procedura negoziale, lasciando mano libera alle imprese che ricevono aiuti pubblici senza alcun vincolo sul mantenimento dei livelli occupazionali. Su questo fronte si potrebbe aprire uno spiraglio, ma nulla è ancora definito. Le organizzazioni sindacali non intendono in ogni caso far passare una riforma che estromette lavoratrici e lavoratori, dimenticando che i contributi pubblici sono finanziati dalle tasse che pagano i cittadini e dunque devono produrre una ricaduta sul territorio. “Non intendiamo cedere su questo punto e metteremo in atto tutte le azioni necessarie perché le politiche industriali trentine non tornino al passato”, concludono.
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