Indennità regionali, scelta sconcertante.
Cgil Cisl Uil contestano metodo e merito del provvedimento sostenuto da Svp e Lega Salvini
“Mai contrari all’adeguamento equo dei compensi, ma così ci si fa gioco della sofferenza dei lavoratori”
“L’aumento delle indennità regionali deliberato con un vero e proprio blitz, in barba alle regole del confronto democratico, è inaccettabile ed è sconcertante che chi ha proposto quell’emendamento così come quanti hanno votato a favore non si rendano conto che in questo modo si dà uno schiaffo a migliaia di lavoratrici e lavoratori che in questo anno di pandemia hanno visto pesantemente ridotti i loro redditi, e soprattutto a quei lavoratori che la crisi ha messo in ginocchio come gli stagionali del turismo per i quali ieri l’Aula non è stata capace di trovare, tra le pieghe dell’assestamento regionale, nemmeno un euro”. Cgil Cisl Uil non fanno sconti alla decisione assunta ieri sera in Consiglio regionale con l’appoggio di Svp e Lega Salvini.
“Non siamo mai stati contrari all’adeguamento delle indennità, ma troviamo inaccettabile che si preveda un meccanismo di automatismo che non esiste per nessun contratto di lavoro né pubblico né privato – sottolineano i tre segretari generali Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -. Per di più il colpo di mano di ieri ha cancellato un percorso di confronto sulla revisione delle indennità già avviato sul disegno di legge 33. Tutto il percorso fatto fino a questo momento non è servito a nulla”.
Sul metodo Cgil Cisl Uil, infatti, puntano il dito contro un emendamento che ha fatto carta straccia del confronto già in essere sulla revisione delle indennità e dei criteri per aumentarla. Temi su cui gli stessi sindacati con Acli nel marzo scorso avevano presentato delle osservazioni esprimendosi non contro l’adeguamento delle indennità, ma bocciandone l’automatismo.
“Siamo sempre stati per l’individuazione di un meccanismo equo. Adesso, invece, non solo si inserisce un automatismo per gli aumenti, ma si ha anche l’arroganza di indicizzarlo alla media dell’inflazione Istat di Trento e Bolzano. Siamo fuori dal mondo”.
Nel merito Cgil Cisl Uil contestano anche un meccanismo che esclude, nei fatti, la libertà dei consiglieri di rinunciare agli arretrati. “Quelle somme potevano essere accantonate in un fondo e usate per famiglie e lavoratori in difficoltà. Non si potrà fare nemmeno questo”.
L’emendamento cancella con un colpo di spugna anche tutte le ipotesi sul tavolo per un adeguamento calcolato su un paniere di contratti pubblici e privati. “Questo avrebbe garantito aumenti congrui e sicuramente più equi”.
Infine la beffa dell’adeguamento quinquennale e non annuale. “E’ una funzione, perché in ogni caso si recuperano i cinque anni pregressi. Sempre di automatismo si tratta”.
Resta lo sconcerto per una decisione che viene assunta da quella stessa maggioranza Lega Salvini – Svp che non ha accolto la proposta di Cgil Cisl Uil del Trentino e dell’Alto Adige per stanziare risorse indirizzate a riconoscere i contributi previdenziali ai lavoratori stagionali per i periodi scoperti dalla Naspi e quindi privi anche dalla contribuzione figurativa. “Alla luce di questa posizione la scelta di ieri appare ancora più grave. Di fronte alla sofferenza dei lavoratori e delle lavoratrici la maggioranza non solo si svolta dall’altra parte, ma colpevolmente passa all’incasso”, concludono i tre segretari provinciali.
Trento, 22 luglio 2021
No Comments