Trento, 2 novembre 2017
Egregio Signor
dott. UGO ROSSI
Presidente della Provincia autonoma di Trento
Egregio Signor
avv. ALESSANDRO OLIVI
Vice Presidente e assessore allo Sviluppo Economico e al Lavoro della Provincia autonoma di Trento
Oggetto: indicazioni preliminari in vista della predisposizione della legge di bilancio per il 2018 e della legge di stabilità
Gentili signori Presidente e Vice Presidente,
la ripresa economica in atto rappresenta un’occasione importante per rafforzare il mercato del lavoro locale e per mettere in atto azioni utili alla qualificazione del lavoro nella nostra provincia. La legge di bilancio di previsione per il 2018 e la legge di stabilità debbono quindi sostenere la congiuntura positiva e rafforzare, grazie ad una gestione della finanza pubblica lungimirante, le politiche di investimento negli assi strategici per lo sviluppo del Trentino.
Investimenti strategici
In questo senso la priorità deve restare l’investimento pubblico nel settore della conoscenza come leva fondamentale per uno sviluppo duraturo, sostenibile e di qualità. Istruzione, alta formazione universitaria, ricerca e trasferimento tecnologico debbono essere il fulcro di una strategia che punta alla qualificazione del capitale umano come strumento indispensabile a traghettare il Trentino verso i nuovi assetti produttivi, occupazionali e sociali che si affermeranno grazie alla rivoluzione tecnologica in atto.
Inoltre crediamo vadano necessariamente perseguiti il rafforzamento e la qualificazione della spesa pubblica in conto capitale, anche sbloccando gli interventi già programmati, nei settori della sostenibilità ambientale, della digitalizzazione, delle infrastrutture indispensabili ad innovare non solo le reti (strade, distribuzione elettrica, fibra ottica, ecc) ma anche i sistemi di assistenza per una società che invecchia rapidamente (edilizia a misura di anziano, edifici domotica, ecc.).
Fiscalità
Le politiche di sviluppo locale debbono poggiare sul giusto equilibrio tra agevolazioni fiscali e capacità di sostenere l’insieme degli investimenti pubblici indispensabili a rafforzare la crescita economica. Per questo abbiamo salutato con favore la volontà del governo provinciale di non intervenire ulteriormente sulle agevolazioni riguardanti l’Irap. A questo proposito chiediamo che venga esteso anche al 2018 lo strumento della deducibilità dall’imponibile Irap dei contributi al Fondo di Solidarietà del Trentino e chiediamo un puntuale coinvolgimento nella definizione dei meccanismi di sussidio alle imprese tramite il credito di imposta, nonché l’avvio di una compiuta analisi degli effetti dell’ingente riduzione fiscale di cui godono le imprese locali.
Lavoro
Riteniamo invece ancora insufficienti gli investimenti sul fronte delle politiche attive del lavoro e dei servizi per l’impiego.
Va rafforzata la capacità di Agenzia del Lavoro di leggere in maniera prospettica la domanda di lavoro delle imprese locali e di rispondere con efficacia alle vacancies registrate nel mercato del lavoro grazie a più evoluti servizi di incontro domanda/offerta di lavoro e a percorsi di qualificazione professionale individualizzata dei disoccupati, in particolare dei giovani, delle donne e dei lavoratori over 50, affinché possano con più facilità cogliere le opportunità di occupazione create dall’economia locale.
Ciò deve avvenire in un quadro di rafforzamento e di miglior coordinamento dell’offerta di formazione continua e apprendimento permanente, nel contesto di Industry 4.0, anche attraverso la piena definizione di un sistema di “riconoscimento delle competenze” da ottenersi con un raccordo più stretto tra politiche del lavoro e della formazione.
Va poi colta l’occasione della soppressione dell’Asdi per avviare una rivisitazione innovativa degli strumenti provinciali di sostegno al reddito in attuazione della delega sugli ammortizzatori sociali, in particolare il reddito di attivazione, adattandola alle modifiche della disciplina nazionale e puntando a riconoscere la capacità delle persone disoccupate di restare attive sul mercato del lavoro, attraverso adeguativi incentivi anche monetari.
Con rifermento ai numerosi strumenti di sostegno all’occupazione giovanile – che vanno dagli incentivi all’assunzione ai sistemi di alternanza scuola/lavoro, dai tirocini al nuovo servizio civile nelle aziende, dai lavori socialmente utili attivati con il sostegno dei Bim al progetto “Garanzia giovani” – sottolineiamo che l’obiettivo deve essere l’inserimento lavorativo stabile dei giovani, anche attraverso il contratto di apprendistato. Al fine di evitare la moltiplicazione degli interventi senza una regia unitaria – con il rischio aggiuntivo della focalizzazione da parte dei soggetti promotori sullo strumento (ad es. il servizio civile nelle aziende) invece che sul fine (il lavoro) – crediamo sia indispensabile il coordinamento delle politiche per l’occupazione dei giovani da parte di Agenzia del Lavoro.
Una analoga necessità di coordinamento vale anche per il settore dei lavori socialmente utili (Progettone, Intervento 19, Bim).
Infine, nell’ambito del superamento del blocco del turn over nella pubblica amministrazione, chiediamo di riservare particolare attenzione alle strutture che si occupano di lavoro (Agenzia del Lavoro, Centri per l’impiego, Servizio lavoro) che – in base alla delega di funzioni in materia di ammortizzatori sociali e all’investimento in politiche attive e nella qualificazione dei servizi pubblici per l’impiego – richiedono nuove professionalità.
Welfare
Sul lato delle politiche di inclusione, l’introduzione del nuovo assegno unico consolida gli strumenti provinciali a sostegno delle famiglie con figli o a rischio povertà contribuendo così a mantenere gli attuali livelli di coesione sociale, superando nel contempo i limiti e le contraddizioni delle detrazioni all’addizionale Irpef previste con la manovra 2017 e le cui risorse ora sono confluite nella dotazione dell’assegno unico.
Il passo successivo, a nostro avviso, è rappresentato da una manutenzione intelligente dell’indicatore Icef, indicizzandolo all’inflazione, aumentando gli incentivi al lavoro e le detrazioni delle spese in particolare quelle legate all’assistenza.
Vanno inoltre rafforzate politiche abitative di tipo sociale per agevolare l’accesso alla casa dei ceti meno abbienti. Se è positivo il fatto di aver recuperato risorse per coprire le domande dell’integrazione al canone per chi avrebbe diritto all’alloggio Itea, va ora ampliato il patrimonio di alloggi a canone sostenibile e moderato e definito un intervento di sostegno all’acquisto della prima casa come accade in Alto Adige grazie al Bausparen.
Chiediamo inoltre risorse aggiuntive per ampliare i servizi alle persone anziane nell’ottica dell’estensione di sistemi di assistenza e cura fondati sulla prossimità e della domiciliarità come previsto dal disegno di legge sul welfare anziani.
Contrattazione
Per quanto riguarda le relazioni industriali, siamo impegnati a ampliare la copertura della contrattazione di livello aziendale e territoriale per migliorare sia le retribuzioni, sia le condizioni di lavoro di lavoratrici e lavoratori in Trentino, attivando piattaforme unitarie e intervenendo a livello confederale laddove si siano prodotte fratture nelle relazioni sindacali ed industriali. Ci siamo assunti questo impegno certi che sia interesse collettivo quello di avere in Trentino un sindacato confederale plurale ma fortemente unitario, capace di rafforzare la contrattazione come strumento per una efficace regolazione del lavoro, per un accrescimento della qualità della prestazione lavorativa e per una più equa distribuzione della ricchezza prodotta. Crediamo che il rafforzamento dell’azione negoziale, specialmente se inserita in una cultura “partecipativa”, possa anche rivelarsi uno strumento utile a rafforzare la propensione delle aziende insediate nel territorio ad aumentare lo stock degli investimenti nella nostra provincia e a collegarli alle conseguenti modifiche nell’organizzazione del lavoro, prerequisito indispensabile per consolidare i livelli occupazionali e qualificare il lavoro. A questo proposito riteniamo che interventi come le procedure negoziali e gli incentivi alla contrattazione legata alla produttività e alle pratiche partecipative vanno consolidati e semmai estesi.
La nuova fase contrattuale non può prescindere dal rafforzamento degli originali strumenti del welfare negoziale territoriale affermatisi negli anni come preziosi mezzi per integrare l’offerta di benefici e servizi pubblici, in particolare Laborfonds e Sanifonds. Su questo fronte la Provincia non deve restare un attore neutro ma può legittimamente sostenere le parti sociali nella costruzione di un welfare contrattuale non tanto orientato al mero beneficio fiscale ma ai bisogni e ai servizi qualificati espressi dal territorio.
Siamo infine convinti della possibilità di chiudere positivamente i tavoli negoziali aperti nel settore pubblico “allargato” (enti locali, sanità, società partecipate, formazione professionale paritaria, lavori socialmente utili), compresi quelli più complessi e problematici, attivando specifici percorsi di confronto e di contrattazione e destinando le risorse necessarie. In quest’ultimo ambito – che afferisce alla qualità del lavoro, al salario e alla dotazione di personale – le posizioni del sindacato potranno essere sostenute dalle opportune forme di mobilitazione.
per la CGIL del Trentino
Il segretario generale Franco Ianeselli
per la CISL del Trentino
Il segretario generale Lorenzo Pomini
per la UIL del Trentino
Il segretario generale Walter Alotti
Scarica il pdf: 1710_doc_preliminare_lp_stabilita_2018-1
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