26 marzo 2020 – Trentino

Intesa governo-sindacati: «Più fabbriche chiuse» Cambia l’elenco di attività considerate essenziali

• Arriva un’ulteriore stretta sulle aperture di fabbriche e imprese. Dopo un lungo confronto, tra diverse videoconferenze e contatti telefonici andati avanti fino a notte, governo e sindacati raggiungono un’intesa per rivedere l’elenco delle attività produttive essenziali, modificando l’allegato dell’ultimo Dpcm firmato domenica scorsa. Sul fronte dei benzinai, dopo le parole del premier Giuseppe Conte ed una riunione col Mise, rientra per ora la protesta della categoria, che aveva avvertito del rischio di chiudere gli impianti, per una questione di sicurezza e di sostenibilità economica.
Sul fronte del lavoro, la lista delle attività che possono restare aperte fino al 3 aprile viene rivista. Cgil, Cisl e Uil insistevano da giorni per limitare le attività industriali e commerciali alle sole ritenute davvero essenziali e indispensabili in questa fase, ripetendo che l’obiettivo comune è contenere il rischio di contagio da coronavirus e tutelare innanzitutto la salute e la sicurezza dei lavoratori. È lo stesso Dpcm del 22 marzo a prevedere che l’elenco delle attività possa essere modificato con decreto del ministero dello Sviluppo economico, sentito il ministero dell’Economia e delle finanze. È infatti con i ministri Stefano Patuanelli e Roberto Gualtieri che si apre il confronto dei sindacati con i segretari generali Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo e che porta al nuovo elenco. Il numero delle voci resta sostanzialmente lo stesso (80 contro 82) ma escono capitoli più estesi ed entrano voci più circoscritte. Tra le novità, fuori la fabbricazione di macchine per l’agricoltura e l’industria alimentare ma anche degli articoli in gomma, come pneumatici; dentro quelle per imballaggi e batterie, ma entrano anche le agenzie interinali e i servizi di sostegno alle imprese per le consegne a domicilio. Limiti, invece, ai call center (stop per quelli in uscita e ricreativi). Cgil, Cisl e Uil parlano di «ottimo risultato». «Abbiamo ridefinito l’elenco delle attività produttive indispensabili. La tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori è oggi l’obiettivo prioritario», rimarca Furlan.

Scarica il pdf: intesa naz ART 260320