04 aprile 2019 – Corriere del Trentino

 ITEA, BASTA SLOGAN, RIFORMA NECESSARIA

 Finora la giunta Fugatti e l’assessora Segnana hanno affrontato la questione casa pubblica e l’emergenza affitto, particolarmente grave oggi nel capoluogo e nella zona della «busa del Garda», concentrandosi unicamente sugli aspetti relativi alla «sicurezza». Un tema certamente più elettorale che amministrativo, visto l’avvicinarsi del doppio appuntamento europeo e parlamentare di maggio, cavallo validissimo per la propaganda, ma certo di non grande aiuto nell’affrontare appunto i problemi delle politiche abitative anche trentine.
Si è prestata perciò grande attenzione ai regolamenti sanzionatori che giustamente debbono assicurare una vita serena e sicura all’interno degli edifici Itea e si è annunciata la stretta sulla regola di accesso agli alloggi pubblici per i cittadini non italiani, che si vorrebbe allungare fino addirittura a 10 anni di residenza, requisito irragionevole che molto difficilmente supererà, se adottato, il contenzioso giuridico che ne scaturirà, alla luce dei diversi pronunciamenti avversi della Corte Costituzionale.
Il sindacato ha richiesto all’assessore Segnana un incontro e l’apertura di una discussione sull’edilizia pubblica sociale e sulla necessità di ripristinare, anche formalmente, la commissione sociale Itea, unico organismo — seppur consultivo — di raccordo fra assessorato, Spa e gli stockholders nelle politiche abitative pubbliche, previsto dalla legge «Dalmaso» numero 15 del 2005 e purtroppo ingiustificatamente soppresso d’autorità, con generale disappunto, nel 2017, dalla scorsa giunta provinciale.
Il sistema e il bisogno abitativo sono molto cambiati nell’ultimo decennio. Le mutate condizioni del lavoro e familiari, che hanno sì bisogno di un’abitazione, ma in affitto, non in proprietà, e l’esigenza che si rimetta in circolo il rilevante patrimonio privato abitativo «sfitto» anche in Trentino, inducono la Uil a porre l’accento sulla necessità di una riforma profonda dell’edilizia pubblica e della «legge Dalmaso» in particolare, non più adeguata al cambio epocale subìto anche dalla società trentina. E anche l’ipotesi — cui aderiva in un intervento sul vostro giornale anche l’ex direttore Itea, Paolo Cavagnoli — ventilata dalla giunta Fugatti di una ripubblicizzazione dell’Istituto di edilizia abitativa, ora SpA, al di là delle grandi difficoltà di ricollocazione e reinquadramento del personale, oggi in parte assunto con contratto privatistico e in par-
te in comando dalla Provincia, dell’assegnazione o meno del patrimonio abitativo a Patrimonio SpA , del maggior coinvolgimento dei Comuni nella governance e di una più lineare assoggettazione del nuovo Istituto alla fiscalità degli ex Iacp, potrebbe trovare realizzazione solo nell’ambito di una riforma politica e legislativa di ampio respiro e con un orizzonte temporale medio lungo di almeno una decina d’anni.
Si proceda quindi prima a disegnare un nuovo piano casa coerente con un Piano urbanistico provinciale ai passi con i tempi e le nuove direttrici di salvaguardia e compatibilità dell’ambiente e del territorio coinvolgendo il sindacato sia in fase di elaborazione della riforma, sia in quella, successiva, di controllo e verifica delle nuove politiche abitative pubbliche. Un percorso di riforma da cui il sindacato non può essere estromesso. La Uil ricorda alla politica e all’amministrazione che gran parte del patrimonio abitativo pubblico trentino è stato costruito con il contributo Gescal dei trentini e delle imposte che lavoratori dipendenti e pensionati hanno versato, e continuano a versare, in misura predominante se paragonate ad altre categorie di contribuenti. Il rispetto, insomma, prima di tutto.

 

Scarica il pdf: Itea ART 040419