21 agosto 2019 – Corriere del Trentino
ITEA: Il 74% delle domande soddisfatte. Alotti: si punti su affitti agevolati
È una società di capitali, soggetta al coordinamento della Provincia. L’Istituto Trentino per l’Edilizia Abitativa (Itea, in acronimo) applica le disposizioni della giunta in tema casa. Lo fa attraverso interventi di costruzione, ristrutturazione, acquisto e gestione. Ancora: Itea si occupa di allocare appartamenti a canone agevolato e crea offerta abitativa per soddisfare il bisogno di chi non ha mezzi economici sufficienti per rivolgersi al mercato immobiliare privato. Tutto ciò «soddisfacendo a livello generale il 74% delle richieste totali di benefici legati all’abitare» spiega nel bilancio sociale il presidente dell’ente, Salvatore Ghirardini. Ma quante sono le domande annuali? Per avere un appartamento a canone sociale, nel 2018 le istanze sono state 3.043. In lie-
ve calo rispetto al 2017, mentre crescono le richieste di contributo per l’affitto: 4.763 nel 2018, 3.902 nel 2017. Ed è qui che, in effetti, il segretario della Uil Walter Alotti suggerisce di insistere. «Ampliando l’offerta di alloggi in affitto agevolato, rispondendo a nuovi bisogni dei giovani».
Le possibilità, per chi abita in Trentino e ha bisogno di agevolazioni per la prima casa, sono più d’una. La risposta del sistema provinciale al bisogno abitativo poggia infatti su vari strumenti. Il principale è quello della locazione a canone sostenibile. A questo si aggiungono i contratti a canone moderato o concordato, e il contributo integrativo sul canone di un alloggio locato sul libero mercato (in pratica un contributo per pagare l’affitto).
Per accedere invece alle case Itea a canone sociale possono presentare domanda le famiglie con coefficiente Icef (quello che stabilisce la condizione economica) fino a 0,34. Due le graduatorie che ogni Comunità di valle bandisce: una riservata a cittadini comunitari e una riservata ai cittadini extracomunitari.
Per quanto riguarda il patrimonio, Itea Spa gestisce 10.658 alloggi e 6.121 unità immobiliari non abitative (garage, posti macchina, locali commerciali, magazzini). Al 31 dicembre 2017 — in attesa dell’ultimo bilancio sociale con dati 2018 — le famiglie che risiedevano in alloggi Itea sono 9.782. E, a proposito di inquilini, il 94% degli assegnatari è cittadino della Comunità Europea (il 91,4% è cittadino italiano) e solo il 5,8% è cittadino extracomunitario.
Quanto alle domande, per gli alloggi a canone sociale — destinati alle persone con maggiori bisogni economici — le domande sono in continuo calo: erano 3.957 nel 2015; 3.411 nel 2016; 3.052 nel 2017 e 3.043 nel 2018 (340 i nuovi contratti stipulati). A crescere sensibilmente, viceversa, sono le istanze per avere sostegno nel pagamento dell’affitto: dalle 3.902 domande del 2017 si è passati alle 4.763 del 2018.
«Noi chiediamo da tempo di rifare la legge 15 del 2005 — riflette Walter Alotti — perché in questi anni è cambiato il mondo dell’abitare e, soprattutto, sono cambiate le condizioni sociali ed economiche delle famiglie: c’è più bisogno di affitto». Il segretario della Uil riflette infatti sulla crescita di una categoria intermedia: cittadini a mezza via, non in condizioni economiche marcatamente fragili, tuttavia in difficoltà a poter accedere agli affitti disponibili sul libero mercato.
«L’offerta potrebbe essere ampliata anche re-immettendo sul mercato appartamenti privati sfitti, creando un sistema di garanzie per i privati». Non solo. Alotti chiede alla giunta che siano ascoltati i sindacati. «Finora non siamo sati coinvolti — riflette amaro — si crei un osservatorio per discutere insieme delle politiche in tema casa».
Scarica il pdf: Itea ART 210819
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