29 ottobre 2016 – Trentino
La caffetteria del Mart chiude i battenti
A vuoto gli appelli dei sindacati: lunedì ultimo giorno di lavoro, poi serrande abbassate. Ieri lo sciopero con protesta
«Continueremo ad aprire il bar fino all’ultimo giorno, anche se sappiamo benissimo che saremo licenziati e che non verremo pagati. Lo facciamo perché al nostro lavoro ci teniamo e siamo legati profondamente a questo locale che ci ha consentito di mantenerci e di mantenere le nostre famiglie. Il nostro vuole essere un atteggiamento di responsabilità nella speranza, magari vana, che se ne tenga conto nell’eventualità di una nuova futura gestione».
I nove dipendenti, cinque donne e quattro uomini, della caffetteria del Mart hanno scioperato e protestato, ieri mattina, contro lo stop all’attività del punto ristoro: da martedì, infatti, il bar abbasserà le serrande e rimarrà chiuso, con ogni probabilità, per diversi mesi ovvero fino a quando dagli uffici amministrativi del museo roveretano uscirà il nuovo bando per la riassegnazione del locale.
A meno che non si trovi una ditta disponibile al subentro, ipotesi assai difficile.
I problemi della Cosmar, la cooperativa bolzanina vincitrice dell’appalto che è in scadenza nel 2018, hanno portato alla sospensione dell’attività e all’avvio della procedura di licenziamento per tutti i lavoratori, che da martedì si troveranno senza occupazione. Cosmar, oltre al Mart, ha in gestione anche i bar dell’ospedale di Bressanone e delle Pascoli a Bolzano.
«Il grosso del problema, però, sta qui – spiegava, ieri, Stefano Picchetti della Uil durante la manifestazione di protesta nella piazza del museo – perché a Bressanone c’è una seconda ditta che può subentrare alla Cosmar e alle scuole di Bolzano il problema è risolvibile. La vera emergenza è al Mart dove nove lavoratori stanno per perdere il loro posto senza che nessuna voce, oltre alle nostre, si sia alzata a protestare. La politica se ne sta in silenzio e questo è incredibile. Non c’è soltanto da difendere l’occupazione in Marangoni, ci sono anche altre situazioni che richiederebbero l’intervento della politica. Ma finora non abbiamo registrato alcuna presa di posizione, neppure durante questo sciopero: non si è fatto vivo nessuno. C’è tempo fino a martedì, poi decideremo come muoverci».
Intanto, da oggi a lunedì il bar rimarrà regolarmente aperto grazie alla disponibilità dei lavoratori che nonostante abbiano già avuto comunicazione ufficiale del loro licenziamento (e che non solo non percepiranno la mensilità di ottobre ma che non vedranno neppure il Tfr, spiega la Uil) hanno deciso di proseguire comunque nel servizio che al Mart è essenziale e la cui mancanza, soprattutto nei mesi a venire, costituirà un disagio non indifferente.
«Andiamo avanti perché ci sentiamo di farlo – commentavano, ieri, i nove dipendenti – anche se dobbiamo affrontare problemi non da poco. Abbiamo le scorte ormai in esaurimento, ad esempio possiamo servire un centinaio di caffè appena, poi non ne potremo più fare. Ma sono ormai quattro mesi che dobbiamo arrangiarci a fare tutto, dagli ordinativi al pagamento dei fornitori, in una sorta di autogestione che fin dal principio lasciava presagire nulla di buono».
«E’ un vero peccato che sia andata a finire in questo modo – raccontava sconsolato, durante lo sciopero, Fausto Hizo, uno dei quattro addetti alle cucine della caffetteria – perché abbiamo avuto periodi in cui si contavano anche 200 coperti, quando venivano a pranzo gli universitari, e la clientela è sempre rimasta soddisfatta non solo della qualità dei cibi proposti ma anche della professionalità e della gentilezza riscontrate nel servizio. Comunque proseguiamo fino all’ultimo giorno di lavoro a testa alta perché vogliamo chiudere con la consapevolezza di aver fatto tutto ciò che era nella nostre possibilità e senza alcun rimpianto. Chiudiamo il bar con la morte nel cuore ma dopo aver combattuto fino all’ultimo per il nostro posto di lavoro e per questo locale».
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