l’Adige – 29 agosto 2023

La crescita stimata all’1,37 per cento. «Ma il quadro è in peggioramento». Cgil, Cisl e Uil tornano a chiedere interventi a sostegno delle fasce più deboli

TRENTO – «La crescita dell’1,37 per cento del Prodotto interno lordo nel 2023, anche se colloca il Trentino al di sopra della media nazionale, va letto nel quadro di rallentamento dell’economia nazionale e provinciale atteso entro la fine dell’anno». I sindacati confederali invitano a non leggere con troppo ottimismo il dato che emerge dalle elaborazioni degli artigiani di Mestre sulla crescita economica stimata per il 2023 a livello provinciale. «Del resto – commentano i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti – la frenata che ha subito l’economia tedesca avrà un impatto non di poco conto anche sulla nostra crescita. Per questa ragione i dati della Cgia vanno letti con estrema cautela perché gli elementi di preoccupazione non mancano. L’atteso rallentamento della crescita economica si associa, infatti, a livelli di inflazione ancora elevati anche nella nostra provincia. Come è noto l’aumento dei prezzi oggi è legato in gran parte ai beni alimentari, dunque è una spesa difficilmente comprimibile che pesa in modo importante sulle famiglie dei lavoratori dipendenti e dei pensionati. A questo si aggiunge anche l’aumento del costo dei mutui, derivante dall’incremento dei tassi d’interesse». Un quadro buono, dunque, ma che potrebbe ben velocemente peggiorare, sostengono i sindacati che, per evitare il peggio, chiedono alla Provincia di concretizzare misure a protezione delle famiglie e dei soggetti più a rischio. «In questa situazione è fondamentale mettere in atto subito una politica dei redditi che metta in sicurezza il potere d’acquisto delle fasce più basse e del ceto medio. L’Autonomia non ha le armi spuntate e può sfruttare al meglio le proprie prerogative rafforzando il sistema di welfare, indicizzando l’Icef all’inflazione per le misure di sostegno, ampliando gli aiuti soprattutto nell’ambito delle politiche abitative, ambito su cui questa giunta è stata totalmente assente. L’Autonomia, attraverso le scelte di chi governa, può incidere nel sostenere la stabilità occupazionale, il miglioramento delle condizioni retributive, incentivando i rinnovi contrattuali di primo e secondo livello. Scelte che vanno condivise, assunte e portate avanti con tempestività per affrontare una congiuntura non facile per migliaia di famiglie ed imprese» dicono Cgil, Cisl e Uil.

Scarica il pdf: ADIGE crescita ART 290823