Corriere del Trentino – 28 febbraio 2024

La patente a punti dei cantieri non convince il settore edile «Burocrazia, non sicurezza»

Trento – A 24 ore dall’annuncio della ministra Marina Elvira Calderone delle nuove norme sulla sicurezza sul lavoro da inserire nel Decreto Pnrr, arrivano le prime bocciature di sindacati e associazioni datoriali, accanto a qualche timida apertura. Sul banco degli imputati c’è soprattutto la cosiddetta «patente a punti», che prevede un sistema di punteggi per le aziende edili, che si troveranno impossibilitate a operare se il loro rispetto della sicurezza scende sotto una certa soglia.
I primi a essere infastiditi sono gli imprenditori altoatesini: «Per ottenere la patente in questione occorre soddisfare una serie di adempimenti burocratici — sottolinea il presidente del Collegio costruttori Michael Auer — già oggi sono in essere numerose disposizioni che regolamentano la sicurezza sul lavoro. Fondamentale è che vengano rispettate. Affinché ciò avvenga è assolutamente necessario fare controlli regolari. Assumere un maggiore numero di ispettori può dunque rappresentare un approccio corretto». Gli fa eco il segretario dell’associazione Thomas Hasler: «I costi per la sicurezza devono perciò essere presi in considerazione adeguatamente negli appalti». Il direttore di Confindustria Alto Adige, Josef Negri, non entra nel merito della norma Calderone, punta a una direzione chiara: «Le norme in questo ambito sono già tante, ma occorre creare una cultura della sicurezza: non è la mancanza di leggi che porta all’incidente».
Al di sotto di Salorno le rappresentazioni datoriali non si sbottonano. Dalle parti dell’Associazione trentina dell’edilizia (Ance) la scelta è di non commentare il decreto prima della sua entrata in gazzetta ufficiale. Anche il presidente del coordinamento provinciale imprenditori, Mauro Paissan, prende tempo: «Si può capire la logica, ma vediamo e approfondiamo. Bisogna capire meglio se è veramente migliorativa». È invece il presidente della Camera di commercio, Giovanni Bort, a parlare: «La sicurezza è un valore assoluto. Sul provvedimento preso da Calderone penso si vada nella direzione giusta». A parlare di «cultura della sicurezza» e di «direzione giusta» è anche Michele Bezzi, segretario della Cisl trentina, di fatto l’unico sindacato che guarda al bicchiere mezzo pieno. La patente a punti «è una vecchia richiesta che si faceva da tempo — dice — La repressione serve ma è limitata a interventi ex-post. Per avere una cultura della prevenzione occorre dare vantaggi e svantaggi alle imprese negli appalti pubblici». E la patente sarebbe, nella lettura di Bezzi, un passo avanti.
Tuttavia due obiezioni alle proposte di Calderone rimangono. La prima è che la patente a punti è confinata alla sola edilizia. La seconda è che, per come si configura il meccanismo premiale, a un’azienda in cui è accaduto un incidente mortale basterebbe mettere in campo dei corsi di formazione per poter di nuovo tornare a operare. «La questione è un po’ più complessa — spiega ancora Bezzi — In quei casi la giustizia penale farà il suo corso. Dal punto di vista aziendale e sindacale quello che interessa è che le condizioni che hanno portato all’incidente vengano sistemate e, anzi, la situazione migliori».
L’ottimismo di Bezzi non è condiviso dalle altre sigle sindacali, a cominciare dalla Cgil altoatesina. «Ci sono questioni di merito e di metodo — dice la segretaria Cristina Masera — Di metodo perché la ministra ha deciso di convocare i sindacati che ritiene, non quelli più rappresentativi, per comunicare le decisioni prese in Consiglio del ministri senza un confronto con le parti. Di merito, perché non è possibile che un’azienda perda punti se muore un operaio al lavoro, ma a seguito di un corso di formazione torni tutto come prima. In più ci attendavamo che alcune norme che valgono per gli appalti pubblici, valessero anche per quelli privati, e così non è». Il tema è quello degli appalti a cascata e dei cantieri in cui si alternano varie imprese, spesso senza un coordinamento efficace. Per questo la Cgil chiede un tavolo di confronto permanente, nazionale, ma anche a livello locale. «Dopo le elezioni occorre ricostituire il comitato salute e sicurezza in Alto Adige — prosegue Masera — Speriamo che venga preso in considerazione dal nuovo assessore».
Il segretario della Uil trentina, Walter Alotti è ancora più duro: «La patente a punti è calata dall’alto e solo dopo che i buoi sono scappati dalla stalla». E, a parte questo, «bisognerebbe rimodulare il punteggio tenendo conto della gravità dell’infortunio e del luogo». Insomma, «misure insoddisfacenti», taglia corto. Nel mirino dei sindacati trentini ci sono i tavoli che a breve si apriranno con il governatore Maurizio Fugatti e l’assessore allo Sviluppo economico Achille Spinelli: «Porremo anche lì la questione della sicurezza — continua Alotti — Il fondo premiale per le aziende che applicano politiche adeguate non può essere l’unica formula di cui dispone la Provincia. Occorrono anche controlli e repressione degli illeciti. Rimaniamo dell’idea di potenziare l’organico dell’Uopsal e di creare un nucleo tecnico per il lavoro boschivo». E proprio sull’Uopsal Alotti conclude il ragionamento: «Spesso dicono che hanno assunto nuovi ispettori, ma non si tratta di un potenziamento dell’organico: solo di sostituzione di gente in pensione».

 

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