01 marzo 2020 – Trentino

La scuola felice per la riapertura

I docenti. Dai sindacati degli insegnanti e dai dirigenti arriva un plauso per la decisione del presidente della Provincia di far riprendere l’attività didattica a partire da domani.

I sindacati. I rappresentanti del personale chiede che non si adotti più il sistema ibrido degli ultimi giorni con le scuole aperte, ma con insegnanti e assistenti che dovevano lavorare per l’attività programmata

TRENTO. «Siamo felici che siano state riaperte le scuole». L’esclamazione di Paola Pasqualin, dirigente dell’Istituto comprensivo Trento 6, condensa lo stato d’animo di gran parte del mondo della scuola trentina che non vede l’ora di poter tornare all’attività didattica da domani. Naturalmente, tutti ricordano che si dovranno avere attenzione e rispetto delle regole di igiene e del decalogo indicato dalla Provincia. Ma tutti, o quasi, non vedono l’ora di ripartire con le lezioni. Il presidente dell’associazione dei dirigenti scolastici Paolo Pendenza condivide la scelta della giunta provinciale e del presidente della Provincia Maurizio Fugatti: «È una decisione ragionevole. Non ci sono situazioni di allarme ed è bene che riprenda l’attività didattica, sia pure con tutte le precauzioni e con la massima attenzione. L’idea è che ci sia una responsabilizzazione di tutte le componenti del mondo della scuola, dai dirigenti agi docenti fino ai ragazzi e alle loro famiglie. Comunque noi dirigenti abbiamo il compito di verificare che ci sia il rispetto del decalogo dettato dalla Provincia. In presenza di qualsiasi sintomo, poi, siamo tenuti a chiamare i genitori che dovranno riportare a casa il ragazzo. Non dobbiamo chiamare noi l’azienda sanitaria. Invece dobbiamo attivare i controlli solo nel caso in cui i ragazzi siano stati negli 11 comuni maggiormente interessati dal Corona Virus. Comunque è ragionevole riaprire, anche se molte scuole hanno portato avanti l’attività didattica con le nuove tecnologie telematiche».
Anche Cinzia Mazzacca della Cgil Scuola è della stessa opinione: «Penso sia giusto riaprire le scuole osservando regole di buon senso e precauzione. Non mi è piaciuto, invece, l’ibrido degli scorsi giorni con le scuole aperte, ma l’attività didattica sospesa. Una formula che ha portato mote incomprensioni. Le scuole erano aperte per l’attività programmata, ma proprio questo aspetto ha portato a molti problemi di interpretazione. Non solo, tutti gli impiegati, gli assistenti di laboratorio e anche gli assistenti scolastici erano tenuti ad andare a scuola. Ma, ad esempio, gli assistenti scolastici cosa dovevano fare se non avevano i ragazzi da assistere? Ecco andare avanti così non era molto fruttuoso. Quindi molto meglio una decisione secca come la riapertura, ma con tutte le precauzioni del caso. Del resto noi ci fidiamo della Provincia. Se i tecnici dicono che è meglio riprendere l’attività vuol dire che hanno elementi e dati. Del resto l’attività deve pur riprendere se non ci sono allarmi. Poi, soprattutto con i più piccoli ci vorrà particolare attenzione nel far rispettare le norme igieniche».
Pietro Difiore della Uil Scuola si schiera per la ripresa dell’attività didattica: «Per me è giusto riaprire. È bene che l’attività didattica riprenda, ma bisogna anche prestare molta attenzione al decalogo distribuito dalla Provincia con tutte le precauzioni da adottare. Non si poteva andare avanti con lo stop all’attività didattica. Una soluzione si doveva pur trovarla. Certo, se la situazione di allarme dovesse andare avanti si dovrà trovare una soluzione anche all’interno delle scuole. Le direttive a livello nazionale parlano di 2 metri quadrati per studente. Le nostre scuole al momento non assicurano questo spazio, quindi se dovesse andare avanti a lungo l’emergenza si potrebbe pensare anche a un sistema di doppi turni. Non vedo molte altre possibilità. Solo che si dovrebbero assumere più docenti. Comunque se devo dare un consiglio ai colleghi, ricordo che il Corona Virus non è passato. Anzi. Quindi è il caso di fare la massima attenzione».
Paola Pasqualin è decisamente contenta della decisione: «Sono assolutamente favorevole. Prima si ritorna alla normalità e prima si costruisce un clima di serenità e fiducia. Non ci sono dati allarmanti in Trentino. Tenendo conto di questo elemento, bisogna ripartire dal diritto dei ragazzi e dei bambini all’istruzione. Non si può tenere troppo a lungo chiuse le scuole. E devo dire che tutti i docenti che ho incontrato in questi giorni sono della stessa opinione. Siamo tutti felici di poter tornare all’attività normale, anche per ricostruire un clima di serenità per gli stessi bambini».

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