11 novembre 2020 – Trentino, Corriere del Trentino

La Uil Fpl Sanità «Pronto soccorso, spazi e personale sono carenti»

Trento Mentre ieri si conferma un’altra giornata pesante per l’andamento dell’epidemia in Trentino con 6 decessi, tutte persone con oltre 80 anni (1 in Rsa, 3 all’ospedale di Trento e altri 2 a Rovereto), 243 positivi comunicati dal report dell’Azienda sanitaria e della Provincia su 2.388 tamponi molecolari processati (esclusi i test rapidi antigenici), preoccupano i posti in terapia intensiva (altri 4) e la situazione difficile nei pronto soccorso del territorio, in primis al S. Chiara. L’allarme lo lanciano i sindacati che chiedono la nomina urgente di nuovo direttore generale dell’Azienda sanitaria «in grado di prendere in mano la situazione», dice Giuseppe Varagone segretario provinciale Uil Fpl sanità. Intanto, in Alto Adige primo screening anti Covid di massa in Italia con test salivare antigenico a tappeto per 350.000 persone. E da sabato lockdown.

Dal report sulla situazione epidemiologica in Trentino, salgono dunque gli accessi ospedalieri con 318 ricoveri, di cui 28 riguardano malati in terapia intensiva (4 in più rispetto al giorno precedente), a fronte di 400 pazienti guariti, cifra che porta al totale da inizio pandemia di 7.998. Dei nuovi casi positivi rilevati (243), poco più della metà presenta sintomi, nella maggior parte dei casi lievi, mentre 117 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing . Un quarto dei nuovi contagiati (64 casi) ha più di 70 anni e 16 sono riferiti al sistema delle Rsa, tra ospiti e personale. Tra le case di riposo, una situazione particolare si registra alla Apsp Benedetti di Mori, dove risultano contagiati 22 operatori oltre a 16 ospiti. A questo proposito, le autorità sanitarie ricordano di tenere alta l’attenzione nei confronti degli anziani.

Sul fronte della scuola, sono 18 tra bambini e ragazzi in età scolare contagiati: sono in corso gli approfondimenti sulle rispettive classi, quelle già in quarantena sono 280.

Sull’attività di screening ieri sono stati analizzati 2.388 tamponi, tutti all’interno del laboratorio di Microbiologia del Santa Chiara, arrivando complessivamente a 312.336.

L’aumento dei casi porta ad una situazione di emergenza nei pronto soccorso. «Alla luce dell’incremento numerico dei casi Covid in gestione presso il pronto soccorso dell’ospedale Santa Chiara viene segnalata una situazione di potenziale rischio per la sicurezza del personale e degli utenti — denuncia il segretario Uil Fpl sanità — risultano soprattutto inadeguati gli spazi nella zona codici rossi, zona Covid e osservazione breve. È inaccettabile che un pronto soccorso di riferimento provinciale sia costretto a lavorare in condizioni non sicure». Un’altra criticità al pronto soccorso «è la carenza di personale medico, di infermieri e di supporto oss: come Uil FPL Sanità eravamo già intervenuti tramite missive ad oggi senza risposta». Un altro tema affrontato da Varagone sono i pazienti Covid nelle strutture private, piano sul quale si starebbe ragionando con Provincia e Asl come annunciato da Carlo Stefenelli presidente di Aiop: «Ma ci sono già pazienti Covid nelle strutture come alla Solatrix, San Camillo, Eremo — ribatte il sindacalista — non bisogna nasconderlo ma informare».

Mentre sui tamponi e sul sistema di tracciamento, arriva la denuncia di Loreta Failoni, presidente del Coordinamento teatrale trentino, che in un post racconta del caso della sorella positiva al Covid con un tampone rapido e sintomi importanti della malattia. Alla figlia che chiama il Centro Covid dopo non aver più avuto telefonate le avrebbero detto: «Abbiamo avuto precise direttive dalla Provincia di non inserire nell’elenco delle persone positive quelle positive dal tampone microbiologico per non spaventare la gente con i dati reali». Aggiungendo: «Sua madre ha una figlia, sentiamo ogni momento persone sole che non sanno cosa fare». Sconcertata Failoni che parla di gestione per avere consensi.

 

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