27 febbraio 2022 – Corriere del Trentino
L’abbraccio all’Ucraina della piazza arcobaleno «Siamo al vostro fianco»
TRENTO All’ombra del monumento a Dante la piazza ammutolisce per un minuto di silenzio. Oltre un migliaio di uomini e donne si raccoglie per ricordare le vittime della guerra in Ucraina. Solo le bandiere della pace mischiate a quelle del Paese invaso dalla Russia si muovono sotto un vento freddo. Subito dopo, alcune donne della comunità ucraina trentina intonano il loro inno.
Sono i momenti più toccanti della manifestazione promossa ieri, nel tardo pomeriggio, dal Forum trentino per la pace che ha accolto l’appello nazionale della Rete pace e disarmo e alla quale hanno aderito molte associazioni e partiti. Tra questi, i sindacati Cgil, Cisl e Uil, il Movimento nonviolento, Acli, Arci, Arcigay, Pd, Futura, Associazione Ubalda Bettini Girella, Sinistra italiana, Centro pace ecologia e diritti umani di Rovereto.
La rappresentanza ucraina è numerosa. Su un cartello è scritto: «Giù le mani dalla nostra Ucraina. Putin vattene». Tetiana Kapelus vive a Pellizzano e ricorda che «il sindaco del paese ha organizzato dei punti di raccolta viveri da spedire in Ucraina. Ora dobbiamo capire in che modo inviare tutto quello che stiamo mettendo insieme per dare una mano ai nostri connazionali». Bogdan Andriichyk chiede che «sopra Kiev e Chernobyl venga istituita una no fly zone». «Putin è un terrorista», aggiunge. Angela Kotyk invita la piazza «a condannare l’invasione». Putin — afferma con decisione — ha preso una decisione da dittatore senza avere il consenso del popolo russo. Viviamo nell’angoscia e nel terrore per quanto sta succedendo ai nostri cari». Un’altra donna quasi urla: «Putin è un invasore, noi non saremo schiavi di un dittatore».
La rappresentante dell’associazione dei bielorussi in Trentino sostiene che «i nostri connazionali non vogliono la guerra in Ucraina» e che «Lukasenka (presidente della Bielorussia, ndr ) è lo zerbino di Putin».
«Solidarietà alle vittime», afferma Massimiliano Pilati. Il presidente del Forumpace, che legge un messaggio di solidarietà al popolo ucraino inviato dall’imam Aboulkheir Breigheche, sottolinea che «deve essere l’Onu a trovare una soluzione al conflitto» e ipotizza l’istituzione di una Tenda della pace dove discutere, conoscere e approfondire la situazione, come fatto negli anni Novanta, nel corso delle guerre di dissoluzione della Jugoslavia. «Anche per richiamare al disarmo — conclude — e riflettere sul fatto che pure l’Italia vende armi alla Russia». Sara Ferrari (Pd), Lucia Coppola (Verdi) e Mara Dalzocchio (Lega) sono le prime firmatarie di una mozione trasversale che sarà discussa dal Consiglio provinciale nei prossimi giorni. Nel documento si impegna la giunta provinciale «a sollecitare il governo a dispiegare ogni risorsa — si legge nel dispositivo — per un superamento del conflitto e per la ripresa del dialogo diplomatico; attivare tutti gli strumenti possibili per garantire assistenza ed aiuto ai profughi costretti a fuggire, anche in collaborazione con le realtà associative trentine e ucraine presenti sul territorio; a partecipare a tutte le più vaste azioni di solidarietà nazionale ed internazionale in favore di tutte le vittime».
Il sindaco di Trento Franco Ianeselli esprime «la vicinanza della città al popolo ucraino» mentre Mario Tonina, vicepresidente della giunta provinciale, nel condannare la guerra d’invasione, si augura che «prevalga la mediazione per porre fine al conflitto». «La Provincia — prosegue l’assessore — si attiverà per accogliere i profughi attraverso corridoi umanitari».
Tra i presenti in piazza, gli assessori comunali Chiara Maule e Salvatore Panetta, Paolo Piccoli, presidente del consiglio comunale, Lucia Maestri, segretaria del Pd, l’ex presidente del consiglio provinciale Bruno Dorigatti. Walter Kaswalder, attuale presidente del consiglio provinciale, rivolto alla delegazione ucraina, sostiene che «saremo al vostro fianco, i colori dell’Ucraina sono quelli di Trento». Per Rifondazione comunista «No a Putin, no alla Nato, solidarietà e vicinanza alle popolazioni ucraine. Le guerre si fanno per gli interessi dei ricchi ma le pagano sempre i poveri». «Ci sono ancora troppe guerre dimenticate nel mondo», è la riflessione di don Cristiano Bettega, delegato vescovile per l’Area testimonianza e impegno sociale dell’Arcidiocesi. «Dobbiamo contrastare — conclude il sacerdote — questo maledetto istinto di violenza con la forza della democrazia».
Scarica il pdf: Ucraina ART 270222 2
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