12 giugno 2020 – Trentino, Corriere del Trentino

L’allarme: «In quattro mesi persi 10mila posti di lavoro»

Nel primo trimestre di quest’anno il valore delle esportazioni trentine si è attestato a 912 milioni di euro con una contrazione tendenziale del 9,4%. Il drastico calo è in parte da ricondurre all’impatto negativo sulla produttività e sulla domanda di beni, registratosi a seguito delle misure di contenimento adottate in Italia e nei principali luoghi di destinazione dei nostri prodotti. Nei primi quattro mesi dell’anno, invece, sono stati persi 10.700 posti di lavoro.
A marzo 2020 l’interscambio commerciale con i Paesi extraUe ha registrato una contrazione del 5,2% mentre verso i Paesi dell’Unione europea il calo è stato dell’11,5%. L’Unione europea (28 Paesi) ha assorbito il 65,9% delle esportazioni complessive confermandosi la principale direttrice per l’interscambio di merci con l’estero. I principali partner commerciali della provincia di Trento sono la Germania (17,4% dell’export complessivo), gli Stati Uniti (12,1%) e la Francia (9,6%). Nel primo trimestre, sia l’interscambio con la Germania (11,1%), sia quello con la Francia (15%), hanno registrato un’importante flessione; meno marcata, invece, la contrazione dell’export verso gli Stati Uniti (4,3%).
Le esportazioni sono costituite principalmente da prodotti dell’attività manifatturiera (93,8% del valore complessivo). La quota maggiore è da attribuire ai «prodotti alimentari, bevande e tabacco» (17,7%), seguiti da «macchinari ed apparecchi» (16,3%), «mezzi di trasporto» (16,2%), «sostanze e i prodotti chimici» (10,2%) e «metalli di base e prodotti in metallo» (7%).
Particolarmente colpite, in questa fase, le vendite all’estero di «macchinari ed apparecchi» (52 milioni), «mezzi di trasporto« (18 milioni) e «articoli farmaceutici, chimico-medicali e botanici» (6,5 milioni). In controtendenza i «prodotti alimentari e bevande» (+ 2,5 milioni), le «sostanze e prodotti chimici» (+ 2,4 milioni) e le produzioni agricole non trasformate (+ 2 milioni).
Nello stesso periodo, il valore delle importazioni delle merci in Trentino è risultato pari a 611 milioni di euro, registrando un calo dell’8,2% (55 milioni) rispetto al primo trimestre 2019. Tra le categorie merceologiche importate, al primo posto si collocano i «mezzi di trasporto» con il 17,7% delle importazioni complessive. Il saldo della bilancia commerciale della provincia di Trento si attesta sul valore complessivo di 300 milioni di euro.
Intanto nei primi quattro mesi di quest’anno il Trentino ha registrato un saldo occupazionale negativo pari a 10.700 posti in meno rispetto allo stesso periodo del 2019. I dati sono stati elaborati dall’Osservatorio di Agenzia del Lavoro. Tra gennaio ed aprile le cessazioni dei rapporti di lavoro sono state 15.224 in più rispetto alle assunzioni. «C’è molto di cui preoccuparsi — ammettono i tre segretari generali di Cgil Cisl Uil, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti —. L’effetto dell’emergenza coronavirus è stata devastante e ci sono, purtroppo più di un segnale che ci fanno immaginare che la ripartenza difficilmente riuscirà a recuperare sui livelli dello scorso anno». In totale si sono registrate 12.500 assunzioni in meno. Il settore dove la riduzione di nuovi rapporti di lavoro è stata più marcata è il terziario con un 35%.

 

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