26 aprile 2018 – Corriere del Trentino, Trentino
L’Anpi attualizza la Resistenza
«Impegnarsi per chi ha bisogno»
«Fare resistenza, oggi, vuole dire anche impegnarsi nelle associazioni che affiancano i bisogni delle persone; comprende molte dimensioni della vita quotidiana. Sempre, però, partendo dalla premessa politica che non sono accettabili posizioni razziste e antidemocratiche». Il messaggio del presidente dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia (Anpi) del Trentino, Mario Cossali, nel giorno della festa della Liberazione è chiaro: c’è bisogno di nuove forme di resistenza, ma rimanendo ben ancorati agli ideali antifascisti. Ora che «i testimoni oculari di quel massacro sono sempre meno, poi, la voce del ricordo deve arrivare ai giovani, in modo che possano distinguere i segni della retorica disumana e violenta», ha aggiunto il sindaco di Trento, Alessandro Andreatta. Segni che il vicepresidente della Provincia, Alessandro Olivi, riconduce all’affermarsi di «una cultura regressiva dal punto di vista dei legami, che porta l’individuo allo smarrimento e alla solitudine sociale, e potrebbe esser contrastata dalla costruzione di una comunità unita». È stato, anche quest’anno, un corteo del 25 aprile silenzioso, ma partecipato, quello organizzato in città per celebrare l’anniversario — il 73esimo — della Liberazione dell’Italia dall’occupazione tedesca e fascista. In testa al gruppo, dietro al sindaco Andreatta e al vicepresidente della Provincia Olivi, affiancati dal presidente del consiglio provinciale Bruno Dorigatti, anche una nutrita delegazione di parlamentari. Presenti i deputati Emanuela Rossini, Maurizio Fugatti, Giulia Zanotelli con la senatrice Elena Testor. «Partecipiamo a questa festa perché la Liberazione, in Trentino, ha avuto grande importanza nel porre le basi dell’Autonomia », spiega Fugatti, per motivare la propria presenza. «Nessuno deve sentirsi chiamato fuori da questa festa, forse uno dei pochi momenti unificanti rimasti», commenta Olivi. A proposito di inclusione, colpisce la partecipazione al corteo di una decina di richiedenti asilo del campo di Marco, con il Tricolore al collo. I partecipanti hanno percorso tutto il centro storico, onorando i luoghi della Memoria. Dalla lapide ai caduti posta su Palazzo Thun, passando per Piazza della Portela, in commemorazione dei civili morti sotto i bombardamenti, fino a piazza Dante, di fronte al memoriale affisso sul palazzo della provincia in ricordo dei morti internati. E ancora in Galleria dei partigiani e in piazza Mario Pasi. Un silenzio rotto di tanto in tanto da un festoso «Bella ciao». «La festa fa rivivere lo spirito che caratterizzò la liberazione dopo una lotta estenuante di due anni — continua il presidente Anpi, Cossali — se vogliamo mantenere questa gioia, dobbiamo impegnarci quotidianamente per difendere la Costituzione e i valori di libertà e giustizia». E, come ricorda Andreatta, «contrastare la tendenza a vivere il 25 aprile con disincanto o indifferenza, come se fosse un giorno qualsiasi». Tra i rigurgiti neofascisti più o meno manifesti , «espressi in motti relativisti che richiamano nostalgia al regime», appare quindi vitale per la democrazia dar lustro alle parole della costituzione. Infine, il sindacalista Walter Alotti, segretario generale della Uil del Trentino, rimarca l’importanza di ancorare il lavoro, «oggi in condizione di insicurezza» ai principi della costituzione .
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