30 agosto 2019 – Trentino, Corriere del Trentino
L’appello dei sindacati «Pulizie in Comune, si annulli la gara»
«Annullare la gara per l’appalto ponte sulle pulizie degli spazi comunali. Così come è stato costruito il bando non si tutela l’occupazione e si dimezza il valore della prestazione, dunque non è accettabile». È questa la richiesta messa ieri sul tavolo dai sindacati nell’incontro con i vertici di Palazzo Thun sull’appalto ponte per le pulizie in Comune.
Alla riunione era presente anche una decina delle settanta lavoratrici che si occupano delle pulizie degli uffici dell’amministrazione comunale che assieme ai sindacati ha espresso il proprio dissenso nei confronti del nuovo appalto, formulato sulla base della vigente normativa sui parametri della convenzione Apac, che prevede importanti tagli alla durata e alle ore complessive dei turni di lavoro e di conseguenza ai salari. Viene contestato che non si tratti di obblighi di legge legati alla convenzione, bensì di una deliberata scelta politica, fatta dal Comune in ottica di risparmio.
Nel primo pomeriggio di ieri era previsto un incontro col sindaco Alessandro Andreatta, ma in sua assenza Cgil, Cisl, Uil, Filcams, Fisascat e una delegazione delle lavoratrici hanno incontrato la vicesindaca Mariachiara Franzoia, la direttrice generale del Comune Chiara Morandini e Marta Sansoni, dirigente del servizio Beni comuni e gestione acquisti. In solidarietà alle lavoratrici si è presentato anche Luigi Diaspro, segretario generale della funzione pubblica per Cgil Trentino, in rappresentanza degli altri dipendenti del Comune.
A margine dell’incontro, nel corso del presidio pomeridiano, Paola Bassetti di Filcams ha affermato: «Si tratta di un bando di gara “ponte” che prenderà forma nei mesi a venire, del quale è stato richiesto il ritiro. La sua ragion d’essere è l’attesa del maxi appalto, già contestato, del quale non si conoscono le tempistiche. Il bando “ponte” di cui parliamo è stato votato da tutte le forze politiche e di fatto serve a far cassa sui più deboli, che però non possono vivere con 150 euro o meno al mese. Alcune lavoratrici non sono nemmeno potute venire qui perché dissuase dalla Miorelli, il principale datore di lavoro, che le ha minacciate con lettere di licenziamento. Ci aspettiamo una seconda scelta politica in direzione opposta, ossia l’annullamento di questa gara». Lavoratrici come Silvana Peracchi, che svolge pulizie in via Belenzani da 22 anni, potrebbero trovarsi dimezzati ore di lavoro e salario. «Non ho intenzione di chiedere il reddito di cittadinanza. Alla soglia dei 60 anni ho ancora voglia di lavorare per 7 euro all’ora lordi. Ho scelto questo lavoro quando potevo fare altro, ma dovevo occuparmi della mia famiglia e pensavo che non sarebbero state attaccate le mie tutele in questo modo» spiega.
Continua a non prendere forma, nonostante alcune dichiarazioni fuori coro della politica, la clausola sociale secondo la quale non è possibile riassumere il personale antecedente alla gara con condizioni peggiori. Per queste ragioni sindacati e lavoratori si presenteranno lunedì prossimo alle 19 a palazzo Thun, in occasione della riunione della commissione dei capigruppo del consiglio comunale.
Scarica il pdf: pulizie ART 300819
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