l’Adige – 05 agosto 2022

L’assegno unico porta 142 euro al mese

Bilancio al 30 giugno. Ora Cgil, Cisl e Uil spronano la Provincia

Allo scorso 30 giugno sono state 53.485 le domande di accesso all’assegno unico presentate dalle famiglie trentine. Il beneficio è stato richiesto per un totale di 90.971 figli. Numeri simili per quanto riguarda l’Alto Adige, dove le richieste sono state 52.320, per un totale di 93.370 figli.
È questo il bilancio quasi definitivo per questa misura a Trento e a Bolzano, dove la risposta delle famiglie ad una misura che condensa diversi interventi previsti in precedenza è stata buona o, quantomeno, in linea con la presenza di figli a carico rispetto alle altre regioni. Tra le due province si conferma comunque a giugno una differenza sull’entità dell’assegno mensile. Mediamente in Trentino sono stati pagati 142 euro a figlio, un valore poco al di sotto dei 145 euro che rappresenta la media italiana. Bolzano, con 131 euro, è invece la realtà italiana dove l’importo è più basso. Considerato che a decidere l’entità è la valutazione Icef, questo significa che a Bolzano la situazione delle famiglie è migliore ed offre meno spazi agli aiuti. Se di prende invece in considerazione il peso dell’assegno unico per singola famiglia una famiglia può infatti avere più figli il valore medio dell’importo arrivato ai genitori è di 243 euro a Trento e di 237 a Bolzano.
«Il dato Inps sulle domande di assegno unico universale presentate in Trentino a giugno è il parere di Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti, rispettivamente segretari generali di Cgil, Cisl e Uil è in linea con le aspettative e testimonia la buona risposta delle famiglie al nuovo strumento di sostegno a favore dei nuclei con figli fino a 21 anni. Sicuramente durante l’anno le domande cresceranno ulteriormente, superando i 55mila nuclei coperti dalla misura statale nella nostra provincia. Ora è tempo di rafforzare i sostegni alla natalità con politiche maggiormente integrate tra gli interventi Inps e quelli provinciali».
Secondo Grosselli, Bezzi e Alotti va in primo luogo mutuato, a partire dal prossimo anno, il meccanismo di indicizzazione al costo della vita. «L’assegno unico provinciale non prevede lo stesso automatismo e con l’inflazione che sfiora il 10% senza un adeguamento strutturale il valore reale dei sostegni provinciale si riduce drasticamente». Per i sindacati poi bisogna investire di più sui servizi educativi e di conciliazione. «L’obiettivo dovrebbe essere quello di garantire un posto nei nidi ad almeno il 60% dei bambini in ogni territorio della provincia». Ora però la Provincia deve battere un colpo. «Non si possono fare le politiche per la famiglia sotto forma di lotteria come è accaduto per il nuovo sostegno alle giovani coppie. Servono interventi strutturali e universali. Alla Giunta Fugatti abbiamo avanzato una serie di proposte. Ma finora nessuna di queste è stata discussa o accolta». Qualche problema affiora pure a livello nazionale, dove sono quasi 5,3 milioni le famiglie italiane che hanno ricevuto almeno una mensilità di assegno unico tra marzo e giugno, con una spesa complessiva per l’Inps di quasi 4,8 miliardi. Stando all’ultima bozza del nuovo dl aiuti, il rischio è quello di una riduzione di 630 milioni alla dote stanziata per il 2022. Secondo l’Osservatorio sulla misura per le famiglie scattata a marzo, che non rileva ancora i dati sui figli dei nuclei destinatari di reddito di cittadinanza, i figli interessati dall’assegno sono stati 8,5 milioni, con un beneficio medio per nucleo richiedente a giugno (5,15 milioni nel complesso) di 232 euro. La platea alla quale è destinata la nuova misura è di 11 milioni di figli. Per le richieste arrivate dopo il 30 giugno non sarà possibile ottenere gli arretrati. Si può chiedere l’assegno dal settimo mese di gravidanza e per i figli minorenni o fino a 21 anni se studiano o sono impegnati in tirocini e percorsi formativi o per coloro che sono registrati ai servizi per l’impiego come disoccupati. Si può chiedere per i figli disabili a carico senza limiti di età. L’Inps sottolinea che circa il 46% degli assegni pagati per figlio, si riferisce a beneficiari appartenenti a nuclei con Isee inferiore ai 15.000 euro, mentre più del 20% dei figli appartiene a nuclei familiari che non hanno presentato Isee e quindi hanno avuto l’importo minimo (50 euro al mese a figlio).

Scarica il pdf: ADIGE assegno ART 050822