30 novembre 2021 – Trentino, Corriere del Trentino

L’assemblea dei delegati Cgil, Cisl, Uil. I lavoratori chiamano alla mobilitazione «Rivoluzionare il sistema di produzione, imprenditori e politica hanno poca visione»

TRENTO Le risposte della politica alla crisi sono inadeguate, a Roma e in Provincia. È una chiamata decisa alla mobilitazione, quella dell’assemblea dei delegati Cgil,
Cisl, Uil riunita ieri mattina al teatro San Marco di Trento. Una richiesta di cambio di rotta, rivolta anche alla controparte imprenditoriale, più attenta a comprimere salari e diritti che a una visione di futuro socialmente responsabile, come sottolineato da Andrea Grosselli. «In Trentino arriveranno ingenti risorse per la ripresa — argomenta il segretario generale della Cgil provinciale —. È un’occasione per riqualificare il sistema economico, con un’occupazione di qualità. Meno si investe nelle retribuzioni, meno il sistema sa aumentare la produttività. Non c’è al centro, dunque, solo un ruolo di politiche pubbliche, ma una qualità delle relazioni industriali». E in questo Confidustria è deficitaria, per il sindacalista. «La transizione va accelerata — continua — potenziando il sistema universale di welfare, potenziando i servizi pubblici e accompagnando i lavoratori con una formazione adeguata al nuovo orizzonte». E in questo il Trentino potrebbe avere un ruolo trainante, se la politica provinciale sapesse essere sponda. «Con la nuova giunta provinciale — sostiene Walter Alotti, segretario generale Uil Trentino — dopo che per anni siamo stati riferimento, con l’Agenzia del lavoro, con soluzioni migliorative rispetto al quadro nazionale».

Insomma, serve uno scatto in avanti. «Non abbiamo più una classe politica e, spesso, imprenditoriale che guardi al futuro — aggiunge Michele Bezzi, segretario generale Cisl Trentino —. In questo non possiamo non prendere atto che governare il mutamento climatico è a salvaguardia del nostro territorio, così fragile e particolare». E poi il cambiamento demografico. «Sono chiamati immigrati — sottolinea — ma spesso vivono e lavorano qui da anni, hanno figli che vanno a scuola qui e si sentono italiani. E poi l’invecchiamento che impone di ridisegnare servizi e comunità. Lo Spazio Argento continua a rimanere una sperimentazione e sarebbe ora che nel 2022 la rete fosse messa definitivamente a regime. È necessario integrare gli aspetti sociali e sanitari con un potenziamento della domiciliarità per non sovraccaricare le Rsa». In molti interventi di lavoratori è stato toccato il tema della riforma delle pensioni che chiama a una più forte solidarietà tra generazioni. «Non si può lavorare fino a 70 anni, va incentivata la staffetta con i più giovani» dice Maria Trentin, commessa e delegata sindacale della Famiglia cooperativa Bassa Valsugana. Giovani che spesso non sono più nemmeno ragazzi. «Va assicurata continuità occupazionale e di reddito: c’è una marea di co.co.co. da anni nel guado» aggiunge Giulia Indorato, Nidil Cgil.

 

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