30 novembre 2016 – Corriere del Trentino
Laurea honoris causa a Marchionne
Cgil e Uil non chiudono la porta
Alotti: se serve a realizzare più ricerca Fca, ben venga. Critico Degasperi (5 stelle)
Cgil e Uil trentine sono favorevoli alla consegna della laurea ad honorem da parte dell’ateneo trentino a Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat Chrysler. O meglio, la vedono di buon occhio guardando «pragmaticamente» al futuro, confidando in un aumento dell’impegno di Fiat nella ricerca trentina, anche se non dimenticano il difficile rapporto con il manager in tema di lavoro.
Sul fronte politico Filippo Degasperi, consigliere grillino, è invece molto freddo: «Quali sono i meriti da riconoscergli? Forse l’aver preteso e ottenuto da Renzi di poter licenziare a discrezione i lavoratori. O l’aver trasformato la Fiat in azienda statunitense tassata in Olanda e quotata a Londra»?
La notizia dell’iniziativa del Senato accademico trentino (passata con una sola astensione) è apparsa sul Corriere del Trentino di domenica e ha innescato un intenso dibattito.
Inizialmente tre docenti hanno contestato la decisione di conferire al manager la laurea ad honorem in ingegneria meccatronica, puntando il dito, come del resto anche i rappresentanti degli studenti, sul fatto che il manager non avrebbe quelle precise competenze. Inoltre emerge il tema dell’estraneità ai valori morali dell’ateneo, a cui il rettore Paolo Collini ha risposto: «Marchionne ha innovato il suo settore e non ha commesso alcuna azione non etica». Nel dibattito era intervenuto il segretario della Cisl trentina, Lorenzo Pomini, caldeggiando, anziché una laurea a Marchionne, lo sviluppo di produzioni industriali come tassello aggiuntivo del centro ricerche Fiat.
Sul profilo del dirigente di Fca, il segretario della Cgil trentina Franco Ianeselli è netto: «La scelta del conferimento della laurea ad honorem è una scelta che spetta alla comunità universitaria». Ma proprio con la Cgil, e in particolare con la Fiom (metalmeccanici), in passato c’è stata la rottura delle relazioni sindacali in FiatFca. «Al di là dei giudizi sulle rotture contrattuali operate da Fca — aggiunge Ianeselli — quello che resta è il tema delle nuove relazioni sindacali nell’epoca di Industry 4.0. Il contratto dei metalmeccanici appena firmato è un primo tentativo di risposta. Serve davvero un rinnovato impegno scientifico dell’università di Trento in questo ambito, al di là della laurea a Marchionne. Rispetto a questo nostro auspicio sappiamo di poter contare sulla passione civile del presidente Innocenzo Cipolletta».
Per Walter Alotti, segretario della Uil trentina, «è legittimo che il Senato accademico sia libero di fare le sue scelte, senza pressioni da Provincia o altri stakeholder. Dopodiché Marchionne non è di certo un’eccellenza quanto a relazioni sindacali. Lo dico anche se nella sua azienda, al di là della rottura con la Fiom, con le altre organizzazioni ha onorato gli impegni, pur con il sacrificio dei lavoratori. Marchionne è un liberista puro, ma non sarà né il primo né l’ultimo. Per questo dopo la sua laurea l’ateneo, ad esempio in ambito sociologico, potrebbe premiare uno studioso meno liberale».
A questo dibattito si intreccia il tema del possibile aumento dell’impegno di Fca in Trentino, dove già esiste il Centro ricerche Fiat di Mattarello. A quanto pare il polo verrà spostato in Fbk, la struttura di Povo presieduta da Francesco Profumo, il quale in passato, nelle vesti di rettore al Politecnico di Torino, proprio a Marchionne assegnò una laurea ad honorem in ingegneria gestionale. Alotti non si risparmia: «Io sono pragmatico: se la laurea servirà a portare più ricerca targata Fca in Trentino, ben venga».
Scarica il pdf: marchionne-art301116
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