22 aprile 2017 – Corriere del Trentino
Lavoratori in cda, sindacati divisi
Uil: una nostra richiesta
I rappresentanti dei lavoratori nel nuovo cda? L’ipotesi riferita ai dipendenti di Itas in una nota delle rappresentanze sindacali aziendali divulgata il giorno dopo l’incontro con i vertici non trova d’accordo i segretari dei tre sindacati confederali. Che rilasciano dichiarazioni da cui emergono sensibilità differenti anche sull’espressione di «solidarietà alla governance» contenuta nella nota.
«La presenza dei lavoratori nel Cda l’abbiamo chiesta noi, è un obiettivo che ci si era posti da anni, va bene così» dice il segretario della Uil Walter Alotti. «È una questione che riguarda le categorie, non confederale» precisa e rinnova il suo «appoggio alle rappresentanze sindacali nell’azienda». Quindi entra nel merito: «Abbiamo portato a casa una rassicurazione; auspico che alle parole seguano i fatti. Questo non vuol dire che non debba essere fatta chiarezza (anzi, è importante), né che non vadano attivati tutti gli organi di vigilanza». «Dopodiché — prosegue il segretario della Uil — se siamo così aperti per quanto riguarda la gestione spesso criticabile di alcune società per azioni pubbliche non vedo perché dovremmo essere così stringenti in questo caso che riguarda una società privata che si è pure costituita parte lesa».
Pur anch’essi non esprimendo commenti sull’aspetto giudiziario (va ribadito che le accuse sono ancora tutte da dimostrare), i segretari di Cgil e Cisl Franco Ianeselli e Lorenzo Pomini esprimono un pensiero differente. «Come Cgil — dice Ianeselli — da anni sosteniamo l’opportunità di un coinvolgimento dei lavoratori nelle scelte strategiche dell’azienda. Nessuno è contrario, anzi, ma il fatto che arrivi ora una risposta a una richiesta fatta da anni pare una mossa tattica: preliminarmente bisogna riflettere sull’accaduto». Cosa significa? «L’operazione di discontinuità chiesta va compiuta preliminarmente». Delle parole delle rappresentanze sindacali, che incontrerà la prossima settimana, dice: «Mi lascia perplesso che si sia passati in tre giorni dalla richiesta di un azzeramento della governance alla solidarietà. In prospettiva, comunque, il coinvolgimento dei lavoratori nelle scelte dell’azienda è uno dei tasselli del rilancio». Non distante Pomini: «A me sembra un intervento fuori tempo massimo quello dell’azienda». Precisa di essere «garantista» e di non voler commentare notizie attinenti al profilo penale. Aggiunge: «Siccome io sono un sindacalista e il mestiere è fatto di una parte di idealismo e una di pragmatismo, chiedo chiarezza e dico che accetto la provocazione. Ma serve chiarezza e va consegnato ai posteri il compito di studiare con il sindacato, entro sei mesi-un anno la presenza dei sindacati nel Cda. Dopo l’assemblea». «Sono d’accordo con Ianeselli — dice riferendosi alla nota — sul fatto che su certe cose ci vuole coerenza. La proposta potrebbe essere allettante se fatta con un percorso, un nuovo board e fatta chiarezza».
Scarica il pdf: cda ART 220417
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