9 novembre 2017 – Trentino
Lavori gravosi, i dubbi dei sindacati
Pensioni, la Uil boccia la lista del governo. La Cgil vede dei rischi. La Cisl approva la linea: «Riconosciuto un principio»
lle undici categorie previste dall’Ape Sociale se ne potrebbero aggiungere altre quattro – operai agricoli, siderurgici, marittimi e pescatori – anch’esse definite gravose. É una delle proposte (quella del governo) che stanno uscendo dalla commissione mista chiamata anche a verificare entro la seconda metà del 2018, la possibilità di una differenziazione dei requisiti previdenziali, sulla base delle mansioni svolte. Le 15 categorie non rientrerebbero tra quelle che andranno a subire l’innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni, decreto atteso per le prossime settimane.
Quali sono le posizioni dei sindacati trentini? Walter Alotti segretario Uil è molto critico: “ L’idea di una lista ci stama dovrebbe essere ristretta e riconosciuta in modo unanime. Della scelta delle 15 professioni ne mettiamo in discussione le modalità e siamo contrari alle deroghe che rischiano di scatenare una guerra tra lavoratori. Ad esempio perché si alle Forze dell’Ordine e no alle guardie civili che di fatto svolgono lo stesso lavoro? Oppure: perché no alle donne dipendenti con carichi famigliari che di fatto svolgono due lavori? Se apriamo alle deroghe non è più finita”. Per Alotti c’è una discriminante da chiarire. Ed è quella di capire se la questione pensionistica sia un problema politico o di bilancio: ”Il dato certo è che si vuole posticipare l’età pensionabile, soluzione che si potrebbe evitare togliendo all’Inps gli oneri assistenziali che dovrebbero rientrare nell’ambito fiscale, lasciando unicamente quelli previdenziali. Ma c’è un’altra incongruenza: perché le aziende private versano i contributi al contrario di quelle pubbliche che di fatto tolgono un’entrata importante all’Inps?”
Per Franco Ianeselli segretario Cgil è importante che dal tavolo tecnico esca una proposta condivisa: ”È giusto riconoscere il concetto che non tutti i lavori sono uguali, un concetto del resto già riconosciuto nella legge del 2016. Il dubbio però è quello che dopo aver alimentato speranze, le aspettative vengano disilluse”. Una battaglia della Cgil è quella del riconoscimento di lavoro gravoso anche per i dipendenti degli impianti a fune: “Certo specialmente per i lavori estivi che prevedono la scalata dei piloni e una serie di attività a rischio, tutte in altitudine. L’impegno è comune a Trentino, Alto Adige e Valle d’Aosta”.
Molto più favorevole è il segretario Cisl Lorenzo Pomini che vede nella trattativa in corso un’apertura del governo ai sindacati: “Di fatto viene riconosciuto un concetto importante che è quello che, oltre alle aspettative di vita, si deve prendere in considerazione anche la qualità della vita dei pensionati. Abbiamo sei mesi di tempo per trovare il modo sia per allargare le categorie, sia per tutelare i lavori gravosi. Di certo il governo sta subendo pressioni, ma sono tante anche le aperture come quella di Boeri che lasciano ben sperare. Un concetto che deve essere chiaro è che ci sono dei lavori cambiati nel tempo ed altri invece sono rimasti uguali”.
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