15 ottobre 2020 – Trentino
Lavoro da casa al 70%: la Provincia tratta
Dipendenti pubblici. Fugatti ha convocato i sindacati mercoledì prossimo per parlare di come aumentare lo smart working e del rinnovo del contratto che è scaduto da due anni
TRENTO. Con il Covid che sta tornando in forze, il tema dello smart working si riprende il centro della scena. L’ultimo Dpcm del governo Conte stabilisce l’obbligo del 50% di lavoro agile nelle pubbliche amministrazioni e raccomanda vivamente di salire fino al 70% al più presto. Il presidente della Provincia Maurizio Fugatti ha già convocato per mercoledì prossimo i sindacati della funzione pubblica per discuterne e per parlare anche delle richiesta di rinnovo del contratto. Dopo il lungo braccio di ferro estivo finito con la vittoria in Tribunale dei sindacati, ora la Provincia sembra aver sotterrato l’ascia di guerra per cercare un confronto anche sul lavoro agile, visto che è una delle componenti ritenute essenziali per poter controllare la diffusione del contagio.
La Provincia ha già messo i propri dipendenti in smart working al 50%, ma poi, in estate, ha cercato di fare marcia indietro prevedendo il cosiddetto orario spezzatino con l’obbligo di svolgere una parte dei compiti quotidiani in presenza, mentre l’altra parte poteva essere svolta a casa. Un’organizzazione che obbligava i dipendenti a mettersi in macchina solo per prestare una parte della propria opera in ufficio. I sindacati dichiararono subito guerra a questa nuova organizzazione rivolgendosi al giudice del lavoro Giorgio Flaim che cancellò la circolare che la prevedeva perché non erano state rispettate le procedure di consultazione e informazione dei rappresentanti dei lavoratori. Il presidente Maurizio Fugatti annunciò che la nuova organizzazione sarebbe stata riproposta, ma poi, la Provincia decise di andare avanti con lo smart working al 50% almeno fino a quando non ci saranno schiarite sul piano dei dati dell’epidemia. Adesso arriva questa raccomandazione governativa che chiede di aumentare il lavoro agile per evitare occasioni di contagio sui mezzi pubblici e negli uffici. E i sindacati hanno chiesto subito un incontro al presidente Fugatti per approfondire la questione e anche, già che ci sono, per parlare del rinnovo del contratto. Per il triennio 2019-2021 infatti era stato firmato un protocollo che prevedeva 20 milioni per assicurare la vacanza contrattuale, ma con il Covid i 20 milioni previsti sono saltati e destinati ad altri capitoli di spesa. Ora, con l’avvicinarsi della legge finanziaria, i sindacati tornano alla carica sia per chiedere il rinnovo del contratto che per insistere su un’organizzazione che tenga conto dell’andamento dell’epidemia. Il segretario della Cisl Funzione Pubblica Beppe Pallanch è chiarissimo: «Se il Presidente fosse stato lungimirante avrebbe evitato uno scontro inutile su un importante aspetto organizzativo che era stato, tra l’altro, raccomandato già in giugno dai più importanti comitati scientifici d’Europa. Invece la Provincia si è intestardita in un braccio di ferro che non portava da nessun parte, tanto che lo stesso giudice del lavoro ha riconosciuto la validità delle nostre ragioni. Ma il nostro compito è quello di collaborare e ora è necessario rinnovare i contratti e investire nel lavoro e nel capitale umano. I dipendenti della Provincia di Trento contribuiscono a dar vita alla prima amministrazione pubblica d’Italia in termini di efficienza. Questo va riconosciuto. Noi siamo disponibili a un confronto franco e propositivo, ma efficace e tempestivo. Abbiamo già perso troppo tempo».
Marcella Tomasi della Uil Funzione pubblica rincara la dose: «Il lavoro agile è un tassello essenziale. Noi abbiamo chiesto di riaprire il confronto con la Provincia su questo e sul rinnovo del contratto. Il triennio 2019-2021 sta per finire e ancora di rinnovo neanche l’ombra. Dobbiamo parlare di tutto. Il presidente Fugatti ci ha convocati per la settimana prossima ora si tratta di vedere dove si arriverà. Il lavoro agile è la strada anche per tenere aperta la scuola perché i dipendenti pubblici lascerebbero ai ragazzi il posto sui mezzi pubblici».
Scarica il pdf: pubblici ART 151020
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