25 novembre 2021 – Corriere del Trentino

Lavoro, sindacati netti: «Immigrati decisivi per l’economia. Evitiamo le ideologie»

Gli stranieri sono un tassello importante del mercato del lavoro trentino, lo dicono i numeri e lo confermano le dichiarazioni dei presidenti delle associazioni industriali di Trento e Bolzano. Se non si affronta la questione in modo pragmatico, lasciandosi alle spalle visioni ideologiche, si rischia di frenare la ripresa economica. Al contrario il Trentino ha bisogno di rafforzare la capacità produttiva visti gli importanti investimenti che arriveranno con il Piano di ripresa e resilienza. Ne prenda atto anche la giunta provinciale». Dopo la presa di posizione dei vertici degli industriali regionali (Fausto Manzana per il Trentino e Heiner Oberrauch per l’Alto Adige) sulla necessità di affidarsi alla manodopera straniera per spingere la ripresa — riflessione contestata dal centrodestra trentino, che ha invitato piuttosto a interrogarsi sul reddito di cittadinanza — a intervenire sono i segretari di Cgil, Cisl e Uil. Che accolgono con favore le parole di Manzana e Oberrauch. E aggiungono alla riflessione un altro tassello: quello del salario. «Il Trentino — fanno notare Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti — ormai ha retribuzioni medie più basse di tutto il Nordest. Senza un adeguamento delle buste paga e una vera qualificazione dell’occupazione le offerte di lavoro sul mercato locale saranno sempre meno attraenti». Di più: se gli immigrati sono indispensabili per la nostra economia, dicono i sindacati, non è per il reddito di cittadinanza: «Questa è una visione strumentale. Ci sono settori in provincia dove la presenza di stranieri è strutturale come l’edilizia, il turismo, l’agricoltura, la cura della persona». È evidente, proseguono, «che serve un sistema di regolazione efficace dei flussi di ingresso e servono politiche di integrazione dei cittadini stranieri. La logica del “prima i trentini” è autolesionista e impoverisce proprio i trentini». Infine Cgil, Cisl e Uil intervengono sul tema delle condizionalità per i percettori di reddito di cittadinanza e assegno unico provinciale: «Abbiamo sempre sostenuto la necessità di rafforzare le condizionalità per chi riceve un sostegno. Anche in questo caso, però, sarebbe meglio affrontare la questione in modo concreto e senza ideologia: la competenza sulle politiche attive è della Provincia. Quindi spetta a Piazza Dante mettere in atto politiche attive del lavoro efficaci. Non ci sono alibi».

 

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