Trentino, il T – 11 gennaio 2023
L’educazione parentale cresce: da quaranta a 400 alunni
Sindacati contrari all’integrazione tra nidi e scuola materna prevista dal disegno di legge firmato da vanessa Masè, consigliera provinciale della Civica, che approderà a breve in aula. E’ emerso ieri durante la seduta della Quinta commissione, presieduta da Mara Dalzocchio (Lega). In apertura si sono tenute le audizioni sul ddl n. 135 che punta a introdurre un sistema integrato di educazione e di istruzione per l’infanzia: in sostanza l’integrazione tra nidi e scuole materne, dagli 0 ai 6 anni. Poi la commissione ha dato il via libera unanime al regolamento sulla valutazione dei ragazzi che seguono l’educazione parentale. Fenomeno in forte crescita e che oggi riguarda 400 ragazzi. I primi ad essere ascoltati sono stati i sindacalisti della Cgil, Cisl e Uil. Raffaele Meo segretario della Flc – Cgil ha affermato che non appare chiara, in primo luogo, l’idea pedagogica che sta alla base del ddl. Sul piano strettamente sindacale c’è il problema dell’armonizzazione dei contratti dei lavoratori che lavorano nei nidi e nelle scuole d’infanzia. Ci sono contratti Pat – ha ricordato – contratti con enti gestori, le coop, quindi va chiarito come si pensa di tenere assieme queste differenze. Il problema, per Meo, sta soprattutto qui, perché c’è il rischio di creare forti diseguaglianze e complicazioni, mentre il sindacato punta a una semplificazione dei contratti». Candida Berlanda della Cisl ha posto attenzione sulla formazione difficile per bambini che vanno da 6 mesi a sei anni. Perché se per i più piccoli è facile imparare e integrarsi per i più grandi accade l’opposto. Giovanna Terragnolo della Uil ha affermato che la scelta dell’allungamento dell’anno scolastico a luglio delle scuole dell’infanzia sembra legato a questo ddl. Anche per la sindacalista Uil ci saranno problemi contrattuali, e questa proposta sembra un contenitore ma non si capisce come verrà riempito.
In seguito la commissione ha dato il suo sì unanime al regolamento per valutare i ragazzi in educazione parentale. L’assessore Bisesti ha affermato che si regolamenta ulteriormente quella che viene definita l’educazione parentale che si è rilevata importante nel periodo Covid, anche se al centro deve rimanere la scuola pubblica che è un elemento, oltre che di formazione. Il dirigente generale del dipartimento istruzione Ceccato ha detto che si è evidenziata una forte crescita dell’educazione familiare e quindi la scuola pubblica deve intervenire per valutare la preparazione di questi ragazzi. La dottoressa Monica Zambotti ha affermato che l’obiettivo è quello di tutelare le competenze dei bambini e delle bambine in coerenza con gli obiettivi della scuola pubblica. Il fenomeno è in grande espansione, ha ricordato: si è passati da 40 studenti nel 2014 – 2015 e oggi, anche sotto la spinta del Covid, ci sono 400 studenti che seguono l’educazione parentale. Il regolamento perfeziona il sistema di valutazione, tutelando la scelta dell’istituto. C’è, inoltre, anche la possibilità di regolamentare le esperienze delle scuole non equiparate e dei percorsi di quelli che un tempo si chiamavano istitutori. Condivisione da parte di Lucia Coppola.
Scarica il pdf: TRENTINO, IL T infanzia ART 120123_compressed
No Comments