l’Adige – 01 agosto 2022
L’estate calda della sanità roveretana
ROVERETO -L’estate calda della sanità trentina, il comparto in prima fila nella lotta al Covid, vede in città e in Vallagarina più di 200 sanitari, operatori, ausiliari, tecnici mobilitati insieme ai sindacati per evitare tagli allo stipendio, per ottenere il contratto territoriale, per avere la copertura dei posti vacanti e evitare pesanti carichi di lavoro, per avere sicurezza quando si va alla mensa dell’ospedale o quando si lavora sotto la mensa del Santa Maria del Carmine, in un magazzino puntellato perché il solaio è deteriorato in più punti.
L’assessora provinciale alla salute Stefania Segnana ha chiesto alla ditta Dussmann Service, vincitrice del bando per i servizi ausiliari di mensa, di rispettare per intero la clausola sociale contenuta nel capitolato d’appalto che prevede il mantenimento delle retribuzioni, oltre che del posto di lavoro, delle 27 addette. Le lavoratrici infatti si sono trovate nella busta paga di giugno, la prima col nuovo gestore, gli stipendi tagliati dell’anzianità di servizio, con 70-90 euro in meno che, su un salario part time di 750 euro, sono il 10% e più. Dussmann, che fa capo all’omonima multinazionale tedesca, ha proposto un incontro definito tecnico per il prossimo 9 agosto con i sindacati Filcams Cgil e Fisascat Cisl. Nel frattempo si vedrà quanto paga l’azienda nello stipendio di luglio, in arrivo in quei giorni.
I 172 dipendenti della casa di cura Solatrix, insieme agli altri delle cliniche private trentine, in tutto circa 500, chiedono insieme ai sindacati di categoria Cgil, Cisl e Uil il contratto territoriale che non riguarda i soldi, ma orari e organizzazione del lavoro per operatori che ormai sono inseriti in vere e proprie aziende ospedaliere, con tanto di reparti Covid. Più di 300 lavoratori hanno firmato una petizione in tal senso promossa dalla Uil Sanità.
Intanto sulle cause dell’intossicazione di decine di medici, infermieri e operatori socio-sanitari ai primi di luglio presso la mensa dell’ospedale si è saputo che l’origine è un virus ma non quale sia stato il cibo contaminato. La vicenda era stata pesante non solo per le conseguenze dell’infezione, ma anche perché alcuni medici la mattina dopo, ancora scombussolati, erano andati a lavorare perché non potevano lasciare sguarniti reparti con organico insufficiente, come il Centro di salute mentale. Infine, ma non per importanza, il magazzino dell’ospedale inagibile per le infiltrazioni dalla cucina e l’attività della decina di addetti spostata a Villa Lagarina.
Sul caso delle 27 lavoratrici della mensa, interviene il consigliere provinciale del Movimento 5 Stelle Alex Marini. «La vicenda è emblematica dei tempi nei quali viviamo: imprese che tagliano stipendi da fame in barba a ogni regola, costo della vita in vertiginoso aumento e un’economia tenuta in piedi da lavoratori e piccole imprese cui si chiede di fare sacrifici mentre una politica imbelle pensa a spendere miliardi che non si hanno in armamenti. Un taglio da 90 euro con l’inflazione galoppante che abbiamo significa che il potere d’acquisto di tutti gli stipendi risulterà ulteriormente decurtato e, a differenza di quanto accade per i consiglieri regionali, i normali lavoratori non possono automaticamente decidere di rivalutare i propri salari. Se una persona guadagna 750 euro al mese e le tagliano lo stipendio di 90 euro, con l’inverno in arrivo, l’aumento del costo dell’energia, effetto della guerra in Ucraina, e dei beni alimentari, le si porrà seriamente la questione di come arrivare a fine del mese».
«Di recente afferma Marini il M5s trentino si è occupato della clausola sociale, ottenendo che la norma sia rafforzata e resa univoca su tutto il territorio provinciale con la stesura di linee guida cogenti per tutte le amministrazioni pubbliche che operano in Trentino. L’ordine del giorno è stato approvato il 9 giugno e dà alla giunta provinciale 90 giorni per definire le linee guida relative alla clausola sociale». Marini chiede che queste linee guida vengano definite al più presto con la partecipazione di categorie economiche e sindacati. Sempre che, osserva, sia giusto che il servizio mensa di un ospedale venga esternalizzato.
Scarica il pdf: ADIGE Rovereto ART 010822
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