Il T – 01 marzo 2023

Levico, Imperial Grand Hotel: sale la rabbia dei dipendenti

LEVICO TERME La crisi del turismo a Levico dopo due anni di pandemia sembra ormai alle spalle. Ma nonostante la ripresa economica e la stagione estiva che si avvicina, i lavoratori del Grand Hotel Imperial vivono momenti di ansia temendo di perdere il proprio posto di lavoro a causa della gestione aziendale della Fidelity Italia srl che non risulta essere stata equilibrata in questi anni. Le turbolenze del momento, certificate dal commissario giudiziale Carlo Delladio che nella relazione ha esposto le sue perplessità sulla continuità aziendale della Fidelity Italia srl, società controllata dalla società tedesca Solution Holding GmbH, allarmano i lavoratori. La Procura della Repubblica che ha avviato una indagine penale ha chiesto il fallimento stante le perdite anche se è attualmente percorribile la strada della procedura di concordato preventivo con domanda di ammissione presentata lo scorso 16 agosto. Percorso che permetterebbe, con apporto di nuova finanza (anche esterna), di pagare i creditori e proseguire l’attività ricettiva. In attesa di capire se sarà possibile ottenere dal tribunale l’omologa del concordato in continuità, per un rilancio in grande stile della struttura storica di Levico di cui la Patrimonio del Trentino SpA è proprietaria, circolano voci di un dialogo aperto tra gli esponenti di vertice del governo provinciale e un grosso industriale trentino. Nonostante la situazione patrimoniale assai complicata, l’hotel, che ha riaperto i battenti dopo la chiusura di metà gennaio, continua la sua attività. Purtroppo, a causa delle perdite registrate dal 2017 in poi, il personale si è assottigliato sempre di più e attualmente è sottodimensionato. I dipendenti sono sul piede di guerra: «Non sarà stato il costo del personale – dicono – a far crollare il fatturato in questi anni anni, ma una gestione poco oculata». E difatti, per poter ottenere una visione chiara dell’andamento economico della struttura, è sufficiente guardare le tariffe applicate che non sono certamente da hotel a quattro stelle. Ad esempio la compagnia di viaggi britannica Secret Escapes che vende soggiorni in ambienti di lusso, in mezza pensione a persona, che comprende una bottiglia di vino, di acqua, un piatto di frutta e un voucher di 20 euro per un massaggio, chiede 62,50. In poche parole si va nello storico Grand Hotel Imperial quasi gratis. Nemmeno in un tre stelle si trova un prezzo del genere. E così senza i giusti ricavi, a pagare dazio è stato il personale di cui si è fatto tabula rasa. Di questo e di tanto altro si è discusso ieri mattina al Grand Hotel Imperial nel corso di un’assemblea sindacale che ha avuto inizio alle 11 alla presenza della rappresentante della UilTuCS Alessia Tedeschi e di quasi tutti i lavoratori. È emersa una situazione a dir poco allarmante a livello occupazionale. Per le 81 camere e gli spazi pubblici c’è solo una persona più una seconda part time. Manca il servizio di facchinaggio e c’è solo una impiegata part time dedicata all’area Spa, che deve occuparsi di fare i massaggi, sorvegliare la piscina e fare le pulizie. Alla reception, che in un 4 stelle ha l’obbligo di restare aperta almeno ore al giorno, ci sono solo due persone. Manca il portiere notturno, mentre nel ristorante ci sono tre camerieri a tempo pieno e due a chiamata. I cuochi sono due più una stagista. Per la manutenzione dell’intero hotel due lavoratori a tempo pieno. «Confermo tutto – ha sottolineato la sindacalista Alessia Tedeschi –, la situazione del personale è proprio questa. Ma di buono c’è che chi lavora in questo hotel manifesta un grande senso di appartenenza. Nonostante le incertezze sul futuro lavorativo tutti gli impiegati continuano a lavorare intensamente e si aiutano l’uno con l’altro. Mi ha colpito moltissimo questa sinergia tra di loro. Come sindacato ci siamo resi disponibili ad affiancarli per tutte le varie consulenze e per affrontare tematiche particolari. Dedicheremo maggiore attenzione alla loro problematica e faremo di tutto per la tutela della loro sicurezza in questo ambiente di lavoro che presenta anche diverse criticità. Ma di questo parleremo con i gestori e i proprietari della struttura evidenziando quelle che sono le maggiori emergenze che ci sono state riferite dai lavoratori. Che sono solo 11 a tempo indeterminato e poi tanti altri a chiamata, in base all’esigenze. Ci si lamenta che manca personale ma in ottica di qualificazione del sistema turismo del Trentino, non si può consentire che questa risorsa venga intaccata proprio in un hotel così bello» ha concluso la Tedeschi.

Scarica il pdf: IL T Hotel ART 010323