25 aprile 2018 – Corriere del Trentino
Liberazione,negozi aperti in Trentino
Shop center e supermercati: serrande alzate a Trento, Rovereto e Pergine. Ma Aldi chiude
Uiltucs e Filcams: lavoratori liberi di scegliere. Cgia: 75.000 occupati tra feste e domeniche
Trento, Rovereto, Pergine, Riva del Garda. Nei principali centri della provincia, la festa della Liberazione comporterà poche chiusure: shop center e grandi supermercati saranno infatti aperti (Aldi escluso, che anche il primo maggio non presterà servizio). Pam, IperPoli, centro commerciale Millenium Cente r , Shopping Cente r , TopCenter e Bren Center anche nella giornata di oggi alzeranno le serrande. «Ma tutti i lavoratori sono e devono essere liberi di scegliere, comunicando all’azienda disponibilità o indisponibilità» rimarcano all’unisono Walter Largher (Uiltucs) e Roland Caramelle (Filcams). La mappa precisa di tutte le aperture non c’è. Ai sindacati, infatti, le aziende non comunicano nel dettaglio le aperture. Siti e pagine social informano tuttavia i clienti circa gli orari, rendendo palesi le intenzioni. Risultato: oggi, festa della Liberazione, così come il Primo Maggio, non saranno pochi i lavoratori e le lavoratrici chiamati a presentarsi come sempre nei negozi e nei supermercati. «In teoria tutti questi lavoratori possono decidere di non farlo, perché oggi è una giornata festiva, tuttavia non è facile di questi tempi fare scelte di questo tipo — ammette Roland Caramelle, segretario della Filcams del Trentino — Per tutelare il diritto dei lavoratori serve una modifica delle legge sulle aperture festive». Un concetto ribadito da tempo, ma con scarsi risultati pratici. «La qualità e le condizioni di lavoro degli addetti al commercio non sono sufficientemente importanti», riflette laconico Caramelle che insiste: «Non si può far passare il commercio come un servizio essenziale — dice — Non è assolutamente paragonabile né è vero che tenere aperto sempre incentiva i consumi o aumenta l’occupazione». «Ribadiamo ai lavoratori che non possono essere previsti dei turni festivi senza la loro volontà — spiega allo stesso modo Walter Largher, segretario Uiltucs — La libertà di scelta va tutelata ed è sufficiente scrivere una comunicazione all’azienda in cui si esplicita l’indisponibilità». Uno strumento, questo, che i sindacati si augurano venga utilizzato per mantenere solido il peso della contrattazione. Ma quanti sono i lavoratori che oggi e il primo maggio saranno al lavoro? Praticamente un occupato su cinque. I dati dell’ufficio studi della Cgia di Mestre dicono che il settore dove la presenza degli occupati nei giorni di festa è più elevato è quello degli alberghi/ ristoranti: i 688.300 lavoratori dipendenti coinvolti incidono sul totale degli occupati dipendenti dello stesso settore per il 68,3%. A seguire, c’è il commercio: 579.000 occupati, pari al 29,6%. Secondo queste elaborazioni, riferite al 2016, sono precisamente 4,7 milioni gli italiani che lavorano di domenica o nei giorni festivi. Ancora: le realtà territoriali dove il lavoro festivo e domenicale è più diffuso sono quelle dove la vocazione turistica/commerciale è prevalente: Valle d’Aosta (29,5% di occupati alla domenica sul totale dipendenti presenti in regione), Sardegna (24,5%), Puglia (24%), Sicilia (23,7%) e Molise (23,6%) guidano questa particolare graduatoria. In dodicesima posizione, c’è il Trentino Alto Adige con 75.000 lavoratori che nel 2016 hanno lavorato tra domenica e festivi, ossia il 19,9% degli occupati totali (la media nazionale è del 19,8%).
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