Il T – mercoledì 20 novembre 2024
L’istruzione pubblica da difendere
L’Opinione – Walter Alotti e Pietro Di Fiore
Apprendiamo con stupore dalla stampa nazionale, della presentazione di un emendamento che intende introdurre un bonus a favore delle famiglie che vogliono iscrivere i propri ragazzi alle scuole paritarie: il tutto cianciando di libertà di scelta educativa, peraltro esercitata dalle famiglie e non certo dai ragazzi.
Leggiamo, inoltre, su «Il T Quotidiano» della pronta adesione del nostro assessore provinciale all’Istruzione che sottolinea come in Trentino il bonus ci sia già come assegno di studio per contribuire alle spese di iscrizione. Anzi: potremmo potenziarlo! Di questi tempi, con tutto quello che si sta discutendo di autonomia differenziata e di rispetto dei principi fondamentali della nostra amata Costituzione, c’è veramente da rimanere esterrefatti nel vedere che, per intanto la Carta continui, in larga parte a non essere rispettata parlando di Costituzione materiale.
La nostra Carta parla chiaro: è compito dello Stato istituire le scuole della repubblica: scuole per tutti e per ciascuno, che includono tutti, che non fanno differenze tra «razza – sesso – religione». Scuole nelle quali il colore degli occhi è più importante di quello della pelle. Ai privati la possibilità di costituire proprie scuole di parte / di partito / confessionali. È necessario ricordare come dopo un ventennio di dittatura costruita anche sulle differenze razziali, i padri costituenti vollero ribadire, anche grazie alla scuola della Repubblica, che nel nostro Paese il sonno della ragione mai più avrebbe potuto generare mostri?
La scuola che va finanziata, alla quale non possiamo lesinare investimenti e risorse, alla quale non dobbiamo far mancare il personale fin dal primo giorno dell’anno scolastico è la scuola dello Stato: la scuola aperta a tutti.
L’unica scuola che sulle sue mura di fatto ha scritto a chiare lettere «lasciate che tutti i bambini vengano a me». La scuola che serve a traghettare il nostro Paese nei territori delineati dai principi fondamentali della Carta: verso l’isola che non c’è.
Un’ultima osservazione la vogliamo inviare direttamente all’assessora all’Istruzione, nonché vicepresidente della Giunta provinciale. In Trentino già oggi spendiamo qualche decina di milioni di euro all’anno per pochissimi istituti scolastici (escludiamo dal conto la Formazione Professionale e la Scuola dell’Infanzia equiparata). Sono istituti scolastici che fanno diretta concorrenza alla scuola, a Trento e a Rovereto. Tranne una scuola a Primiero (che comunque è di imprenditorialità dell’Istituto omnicomprensivo), stiamo parlando di scuole che non sono certo dislocate nelle zone più disagiate della nostra provincia.
Nulla a che vedere con l’opera importantissima svolta da Don Milani nel piccolo centro appenninico di Barbiana. Altro che Autonomia con «la valli al centro». Nelle valli non è economicamente conveniente aprire scuole paritarie.
Ci sia permesso infine di svelare un falso arcano: dire fare un poco di chiarezza. Non sono conservatori quelli che difendono la Costituzione italiana, anzi: sono dei veri innovatori, cercando di realizzare al sogno iscritto nella Carta più bella del mondo, come ben recitò Roberto Benigni.
I conservatori, quelli veri, si annidano da chi cerca di guardare solo a ciò che c’è di più, ad una scuola ottocentesca che dà di più a chi ha già di più.
Bando alle sciocchezze. La scuola in Italia è unica: non è un costo da ridurre, merita investimenti. I veri bond per il nostro futuro.
* Segretario provinciale della UIL
** Segretario provinciale della UIL Scuola
Scarica il pdf: IL T ART istruzione 201124
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