Comunicato stampa UIL del Trentino

del 10/5/2017

Lo sciopero della scabbia: quando la prevenzione diventa un optional.



Scoppia un focolaio di scabbia in una scuola pubblica della Provincia Autonoma di Trento e il servizio sanitario lascia la prevenzione in carico alle famiglie con un costo dai 30 ai 100€.

Non tutte le famiglie hanno possibilità di sostenere questa spesa. E la conseguenza di una prevenzione parziale è evidente: il protrarsi del problema in luoghi pubblici ad alta diffusione di contagio.

E’ una delle contraddizioni del servizio sanitario pubblico trentino e dell’assenza di comunicazione fra un assessorato, quello dell’istruzione, ed un altro, quello appunto della sanita’ e delle politiche sociali.

Assessorati che hanno competenze su materie per le quali in Trentino vige un’autonomia locale di primo livello, non vi sono lacci e lacciuoli statali o problemi di limitazione al finanziamento delle relative politiche, solo lasche indicazioni generali di indirizzo e, soprattutto, autonomia di gestione e quindi maggior possibilita’ di introdurre “buoni prassi” e politiche di prevenzione vera, mirata, a partire proprio​ dall’infanzia e dalle istituzioni pubbliche.

Altro che “buona scuola” e “prevenzione sanitaria”! …..che ce ne facciamo di questi slogan quando famiglie e persone vengono abbandonate a se stesse e non si forniscono, a carico della ASL, nemmeno le medicine necessarie a risolvere il problema ed evitare la cronicizzazione della malattia e soprattutto la sua diffusione.

 

Una volta era necessaria la dichiarazione di guarigione del medico per tornare nel consesso scolastico, oggi la mano destra non sa quello che fa la mano sinistra, Rossi ignora Zeni e viceversa. Di mezzo ci vanno i cittadini della “comunita’ trentina”, i più deboli ed indifesi, malati e minorenni, trattati alla stessa maniera in Trentino come in qualunque altra scuola in qualsiasi ASL italiana.

Con un’aggravante….nel resto del paese, od in gran parte di esso, le risorse, anche si volesse trovarle ed utilizzarle per una medicina preventiva nelle scuole, difficilmente ci sarebbero. Da noi in Trentino ci sono, ma si preferisce finanziare le scuole private, dove magari si possono istituire ambulatori, convenzioni sanitarie e campagne di controllo e prevenzione sanitaria, con le risorse distratte dalla scuola pubblica.

E certo, il Sindacato si permette di alzare la voce, di chiedere l’intervento della politica, non solo quella di governo, anche quella d’opposizione. A difesa della scuola pubblica, degli alunni, degli insegnanti e del personale scolastico e delle loro famiglie. Ed a difesa della salute pubblica! Visto che i burocrati della Sanità e dell’ Istruzione fanno finta di niente, probabilmente perché possono rivolgersi senza difficolta’ alla medicina privata od i loro figli frequentare scuole classiste, a pagamento, dove raramente gli alunni vivono situazioni di disagio e sono affetti da malattie che si diffondono per le precarie condizioni economiche ed igienico sanitarie familiari e quindi non le diffondono fra i compagni di banco.

Ci auguriamo quindi un ripensamento della vigilanza sanitaria nelle scuole ed una rivisitazione delle esenzioni e delle politiche tariffarie e di prevenzione dell’Asl. Certo anche il caso della signora aggredita a Trento e ferita ad una mano, ma non fratturata, che avrebbe pagato un ticket di 50€ al Pronto Soccorso, non depone a favore di chi licenzia i listini dei ticket!

Chissà che si riesca a dare un senso anche alla scuola pubblica ed alla sanita’ trentine ed all’ Autonomia speciale, che va declinata al servizio dei suoi cittadini, quelli futuri in primis!

Alotti Walter
Segretario Generale
Uil del Trentino
Scarica il pdf: scuola sanità COM 100517