13 luglio 2021 –  l’Adige

Lo studio della Uil quantifica il peso della crisi economica. In Trentino persi 31,5 milioni. Covid e cassa, perso il 20% della retribuzione: 3 mila euro a dipendente

TRENTO -La cassa integrazione è stata fondamentale, per dare un aiuto ai lavoratori, anche trentini, durante il Covid. Ma non è stato gratis: in media ogni lavoratore ha perso il 20% della retribuzione, tra taglio dell’assegno e mancati ratei di Tredicesima e Quattordicesima. Questo è emerso dallo studio effettuato dalla Uil servizio Lavoro, coesione e territorio, che ha fatto i conti. Un lavoratore, con uno stipendio medio annuo di 20.980 euro (16.810 netti), con 5 mesi in cassa integrazione ha percepito 16.943 euro (13.625 netti). La perdita secca in media è quindi di 3.185 euro. Per il Trentino questo significa aver lasciato per strada qualcosa come 49.137.749 euro. D’altronde tra gennaio e maggio 2021 in regione sono state concesse 7.795.865 ore di cassa integrazione ordinaria, 59.381 di straordinaria e 1.172.787 in deroga, per un totale di 31,5 milioni. Dati che da soli raccontano di quanto l’anno del Covid sia stato complicato per le imprese, e per i dipendenti del settore privato. Tutelati, questo sì, dal divieto di licenziamento, ma spesso penalizzati pesantemente sui soldi che hanno percepito. A livello nazionale, si parla di 2,3 miliardi in tutto. «Nella riforma complessiva degli ammortizzatori sociali che il governo si appresta a varare sottolinea Ivana Veronese, segretaria confederale Uil -oltre che rendere universale lo strumento e legarlo a politiche attive, si pone la necessità della revisione dei tetti massimi del sussidio delle integrazioni salariali e la loro rivalutazione, che dovrebbe essere ancorata agli strumenti contrattuali e no n soltanto al tasso d’inflazione annua».

 

Scarica il pdf: ADIGE Cassa ART 130721